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Visualizzazione dei post da marzo 31, 2024

INCENDIARIO - PALAZZESCHI

Io sono una fiamma che aspetta! / Va’, passa fratello, corri, a riscaldare / la gelida carcassa / di questo vecchio mondo!  Così termina  il lungo poemetto in versi liberi (249)   L’incendiario   di Aldo Palazzeschi (1905-1974), che dà il nome all’omonima raccolta di poesie pubblicate nel 1910 per volontà e interessamento di Marinetti, al quale la poesia è dedicata. Prima d’allora Palazzeschi aveva pubblicato a sue spese tre raccolte, di cui due,   Lanterna   e   Poemi , erano state stampate da un’immaginaria casa editrice, la Cesare Blanc, che era poi il nome del suo gatto.  Il poeta ripubblicò nel 1913 L’incendiario con la sottrazione di alcuni e l’aggiunta di altri poemetti, provvedendo però a ridurre l’omonimo poemetto a 36 versi. A essere oggetto della mia analisi, dopo la presentazione,  sono alcuni versi, in grassetto, della versione originale, quella  estesa per 249: precisamente la sezione iniziale, da 1 a 80, e l'ultima, da 194 a 249.     L’INCENDIARIO A F. T. Marinetti

NODI CONCETTUALI PER STUDIARE

  1. CONTRASTI FRA INDIVIDUO E SOCIETA' ·            Primo romanticismo: Werther, Ortis  ·           Secondo romanticismo, decadentismo: dandismo, trionfo dell’eroe (superomismo dannunziano); i vinti dalla storia e dalla vita (Verga) ·           Novecento: gli inetti (antieroi sveviani); l’uomo diviso di Pirandello. 2.        LA RICERCA DELLA FELICITÀ/LA RICERCA DEL PIACERE: AFFERMAZIONI E NEGAZIONI ·           Mondo antico: la filosofia stoica e la felicità del singolo e della collettività (Seneca). ·           Primo romanticismo: la felicità nell’arte/la felicità nell’amore (Werther, Leopardi) ·           Secondo romanticismo: felicità di vivere come sensualità (D’Annunzio) ·           Novecento: felicità impossibile (Ungaretti, Montale) 3.        RAPPRESENTAZIONE E REALTÀ ·           Mondo antico: il realismo nei due  romanzi  del mondo antico,   Satyricon  e  Metamorfosi  o  Asino d’oro , ma anche negli  Epigrammi   di Marziale. ·           Romanticismo: l’importanza della real