ESERCIZIO ORALE SENECA (CON PROPOSTE DI ANALISI/COLLEGAMENTI)
3) La stupidità, questo inconfessabile amore, esercita su noi un potere ipnotico, una invincibile attrazione. Più volte l’ho sperimentato nel tram, nei luoghi pubblici, al caffè. Sto seduto al caffè, e accanto a me che vado errando nei più inesplorati continenti dell’intelligenza, seggono alcuni sconosciuti. Come avviene di solito, esalano i discorsi di costoro una stupidità ineffabile, ispirata, incantatrice. A poco a poco la mia avventura si offusca, perdo la traccia del mio viaggio solitario, cedo al richiamo primordiale della stupidità, il mio orecchio è pieno della voce della sirena. Intelligenza, ti saluto! Non penso più, non cerco più, non voglio più. Un dolcissimo languore m’invade, come in capo a un’insonnia prolungata i nostri nervi finalmente si disciolgono nello sfinimento voluttuoso del sonno. Ora io mi rivolgo a voi e vi domando: « Per noi figli dell’intelligenza, per noi figli del Peccato, questo richiamo non è forse quello lontanissimo, nostalgico del Paradiso Perduto?»...