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Visualizzazione dei post da maggio 22, 2022

UN MADRIGALE DI LUCA MARENZIO SU SOLO ET PENSOSO (CON TESTO E MUSICA)

  https://www.youtube.com/watch?v=ZJlj1uy8cSA Luca Marenzio è un madrigalista rinascimentale  https://www.treccani.it/enciclopedia/luca-marenzio_(Dizionario-Biografico)/ xxxv Solo et pensoso i più deserti campi vo mesurando a passi tardi et lenti, et gli occhi porto per fuggire intenti ove vestigio human l’arena stampi. Altro schermo non trovo che mi scampi dal manifesto accorger de le genti, perché negli atti d’alegrezza spenti di fuor si legge com’io dentro avampi: sì ch’io mi credo omai che monti et piagge et fiumi et selve sappian di che tempre sia la mia vita, ch’è celata altrui. Ma pur sì aspre vie né sì selvagge cercar non so ch’Amor non venga sempre ragionando con meco, et io co·llui.

RERUM VULGARIUM FRAGMENTA - PERCORSO ANALITICO del V SONETTO (ENIGMISTICA) lezione 27 maggio

Riprendo con i dati: i Fragmenta  comprendono 366 (365, come i giorni in un anno, più uno introduttivo,  Voi ch'ascoltate ) componimenti, di cui 317 sonetti,   29 canzoni,  9 sestine , 7 ballate  e 4 madrigali .  Dopo il sonetto proemiale, già analizzato, nei Rerum vulgarium fragmenta   la materia dell'ispirazione poetica di Petrarca è varia, ma un ruolo centrale è occupato dalla vicenda d'amore con Laura. Sotto questo profilo, lasciando da parte la questione dell'identificazione storica della donna (che anche Boccaccio metteva in dubbio)  ha comunque  senso, per comodità didascalica, riconoscere che la raccolta può essere suddivisa in due sezioni: i componimenti in vita  (fino al 266) e quelli in morte  di Laura (dal 267) Oltre al tema dell'amore per Laura, figura anche quello della tensione opposta dell'animo di Petrarca (a noi nota attraverso il Secretum ) che lo porta da un lato a desiderare un perfezionamento spirituale, dall'altro a subire l'attraz

ULTIMA LEZIONE DI LATINO UN MODELLO DI INTERLINEARE E UN ESEMPIO

  CARME OCCASIONALE, SCHERZO Ca rmen XIII Cenabis bene, mi Fabulle, apud me CENERAI BENE, MIO FABULLO, PRESSO DI ME paucis, si tibi di favent, diebus, FRA POCHI, SE GLI DEI FAVORISCONO, GIORNI si tecum attuleris bonam atque magnam SE CON TE AVRAI PORTATO UNA BUONA E GRANDE cenam, non sine candida puella CENA, NON SENZA UNA BIANCA FANCIULLA et vino et sale et omnibus cachinnis. E DEL VINO E DEL SALE E TUTTI GLI SCHERZI Haec si, inquam, attuleris, venuste noster, QUESTE COSE SE, DICO, AVRAI PORTATO, VECCHIO NOSTRO, cenabis bene; nam tui Catulli CENERAI BENE; INFATTI DEL TUO CATULLO plenus sacculus est aranearum. IL SACCHETTO PIENO E' DI RAGNATELE. Sed contra accipies meros amores MA IN CAMBIO PRENDERAI SCHIETTI AMORI seu quid suavius elegantiusve est: E CHE COSA DI PIU' DOLCE O ELEGANTE C'E' nam unguentum dabo, quod meae puellae INFATTI UN PROFUMO DARO', CHE ALLA MIA RAGAZZA donarunt Veneres Cupidinesque, DONARONO VENERI E CUPIDI, quod tu cum olfacies, deos rogabis IL

Rerum vulgarium fragmenta

  Dai  Rerum vulgarium fragmenta , sonetto proemiale Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono di quei sospiri ond’io nudriva ’l core in sul mio primo giovenile errore quand’era in parte altr’uom da quel ch’i’ sono, del vario stile in ch’io piango et ragiono fra le vane speranze e ’l van dolore, ove sia chi per prova intenda amore, spero trovar pietà, nonché perdono. Ma ben veggio or sì come al popol tutto favola fui gran tempo, onde sovente di me medesmo meco mi vergogno; et del mio vaneggiar vergogna è ’l frutto, e ’l pentersi, e ’l conoscer chiaramente che quanto piace al mondo è breve sogno.