COMPITO DI EPICA PER IL 20 NOVEMBRE e LAVORO IN CLASSE

DISTINGUERE FRA INFORMAZIONI (dati)  E CONCETTI: DAL TESTO IN USO, pp. 2-7

A - INFORMAZIONI O DATI

  • La Saga di Gilgamesh, risalente al III millennio a. C. è il poema epico più antico.
  • Le storie sono state inventate nel paese di Sumer e si sono poi diffuse in Mesopotamia
  • L'epica greca, nata successivamente, ne è stata influenzata
  • Contenuti di questo poema sono il senso della vita, la ragione del dolore, l'angoscia di fronte alla morte.
  • Il regno di G. è la città di Uruk, sul fiume Eufrate. 
  • Storicamente, l'insediamento sumerico risale al IV millennio. La zona viene scelta per la fertilità e la facilità a irrigarla (grano, orzo, miglio, lenticchie, ceci, palme da datteri).
  • Altre risorse sumeriche: lavorazione metalli, costruzioni varie, ingegneria delle acque: conoscenze matematiche, astronomiche; primi utilizzatori della scrittura, del calcolo sessagesimale; organizzazione sociale in città-stato (Ur, Uruk, Eridu a sud, Lagash, Umma a est, Nippur, Kish, Eshunna a nord). 
  • Struttura cittadina: centro rialzato con tempio in mattoni dedicato al dio della città.
  • Capo supremo il re, che riuniva potere politico e religioso nelle sue mani. 
  • Gilgamesh inserito nella lista dei re di Sumer, risalente al III millennio a. C. e redatto in sumerico (quinto re della dinastia di Uruk)
  • Quando potere politico e religioso si separano, vengono edificate due costruzioni diverse: palazzo reale e ziqqurat, torre a gradoni sovrapposti collegati da scalinate per accedere al tempio sulla sommità. 
  • Il poema descrive la transizione all'urbanizzazione e alla progressiva autonomia del potere regio rispetto agli anziani e ai guerrieri. 
  • A fine Ottocento si inizia a scavare per trovare conferme dell'esistenza della città di Gilgamesh citata nella saga e si trova l'antica Uruk. 
  • La versione della saga di G. che leggiamo è quella rinvenuta sulle tavolette da Layard.  
  • L'epopea è sicuramente stata più volte rielaborata nel tempo: la versione classica, utilizzata nelle antologie odierne, risale al XII secolo a. C. 
  • Le tavolette recavano all'inizio la ripresa dell'ultima riga della precedente (per rispettare la successione) e la prima riga del testo fungeva poi da titolatura. 
  • Un autore, ossia sistematore e riorganizzatore di materiale, è secondo la tradizione un sacerdote di nome Sinleqiunnini, vissuto fra XIII e XII secolo a. C. 
  • XII tavolette scritte su entrambe le facciate riportano l'epopea: delle 3000 righe originarie, a noi sono rimaste 2000.
  • XI tavole sviluppano la storia, la XII è un'aggiunta, G. e E. negli Inferi.
  • Nel Prologo compare G. descritto nella sua saggezza e magnificenza raggiunta. Quindi inizia la narrazione suddivisa in giovinezza bellicosa (guerre continue che scontentano i sudditi i quali si lamentano e chiedono aiuto agli dei che allora creano Enkidu, l'uomo selvaggio amico degli animali, per contrastare G.), scontro con Enkidu e nascita, alla fine del legame di amicizia., impresa compiuta insieme contro il custode della foresta dei Cedri Khubaba, inizio del viaggio, scontro con Khubaba che viene alla fine ucciso; la dea Ishtar, innamorata delusa di G., fa inviare contro di lui il Toro celeste dal padre Anu, ma G. e E. lo uccidono; in un consulto, gli dei decidono di punire uno dei due eroi per il sacrilegio e scelgono Enkidu, che muore di un'inspiegabile malattia; G. disperato per la morte dell'amico incontra il suo antenato, e sopravvissuto al diluvio, Utanapishtim e affronta una serie di incontri simbolici finalizzati a spiegargli perché si muoia. Ottiene come regalo di commiato la pianta dell'irrequietezza, ossia della giovinezza, che però gli viene sottratta. Nell'ultima tavola, G. scende negli Inferi per recuperare il pukku e il mekku, rispettivamente tamburo e bacchetta con cui da giovane  aveva oppresso i cittadini. Trattenuto nel regno dei morti, G. riesce almeno a ottenere che Enkidu sotto forma di spirito gli racconti la sorte degli uomini nell'Aldilà. 
B - CONCETTI 
  • L'analisi del prologo del poema consente di sostenere sia che il protagonista del poema sia un dio sia un uomo storicamente esistito (natura mista). Nel poema, quindi, mito e storia si fondono.
  • Gli scavi archeologici compiuti nel XIX secolo da Austen Henry Layard permettono di scoprire prima e decifrare poi (Georg Fiedrich Grotefend e Henri Rawling) tavolette in lingua sumerica (caratteri cuneiformi) che documentano la storia del popolo in questione. 
  • La scoperta nel 1872 da parte di George Smith di una tavoletta col racconto del Diluvio universale permette di suffragare quanto noto attraverso la lettura del Vecchio Testamento. 
  • La titolatura è duplice: Epopea di Gilgamesh o saga del re di Uruk. 
  • Sinleqiunnini potrebbe essere un nome generico per poeta. Potrebbe anche essere stato un consigliere di G. 
  • Temi della saga sono il viaggio inteso come percorso spazio-temporale che conduce a una maturazione (formazione di G.); l'amicizia (fra G. e Enkidu: si tratta di un legame virile, leale e che si spinge oltre i confini della morte); il tema della vita e della morte.
  • Il principale problema interpretativo relativo all'epopea di G. riguarda l'intendimento della natura di G, se sia umana o divina. Risolvere questa questione comporta la definizione del genere: se la natura di G. è umana, allora il poema è da ritenersi epico,se è divina allora si tratterebbe di un mito che trasmette una concezione di tipo astrologico: il viaggio di G. come trasposizione di quello che compie nel cielo il Sole in un anno attraverso i segni zodiacali (le costellazioni). 
  • Altra interpretazione: il contrasto fra natura (Enkidu) e cultura (G.). 
DOMANDE
Tra G. e E. nasce un profondo legame d'amicizia, che si mantiene anche oltre i confini della morte. Cosa comporta per G. tale amicizia e come si collega con il tema della  sua formazione nel tempo?
SCHEMA DI RISPOSTA
Breve introduzione all'argomento (dati sull'evolversi della relazione amicale)
Risposta alla domanda precisa.
RISPOSTA
La giovinezza di G. è caratterizzata dalla sua intemperanza: coinvolge i sudditi in guerre continue e li induce a chiedere aiuto agli dei per proteggersi da lui. Gli dei creano Enkidu, creatura selvaggia che, dopo uno scontro con G.,diventa suo amico e vive insieme a lui molte avventure, che  culminano con l'uccisione sacrilega del toro inviato dal padre degli dei. Questi ultimi decretano quindi che, per punizione, un eroe debba morire, e la scelta cade su Enkidu. G. riuscirà alla fine a scendere negli Inferi dove lo spirito di E. gli farà rivelazioni sulla sorte ultraterrena degli umani.
L'amicizia con E. comporta un'evoluzione positiva per G. Conoscendo questo suo opposto (in base all'interpretazione che riconosce in E. una personificazione della natura e in G. una personificazione della cultura), Gilgamesh modera il suo carattere intemperante e egoista, apprende l'importanza della cooperazione, migliorando il suo carattere e sviluppando, soprattutto in seguito alla morte dell'amico, una profondità intellettuale che lo induce a sondare i grandi problemi dell'umanità, primo fra tutti il dramma della morte, concepito come evento ineluttabile e irreversibile.






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