RIASSUNTI DEL SOFFIO (400-300-200 PAROLE)

Il narratore interno della novella  Il soffio racconta di aver pronunciato e mimato con un atto specifico (soffiare aria dalla bocca) una frase convenzionale in occasione della comunicazione di una notizia tragica da parte di un conoscente: la morte improvvisa di una persona con la quale lui stesso si era intrattenuto poco tempo prima. A seguito dell'atto di soffiare, il suo interlocutore ha un malore e il narratore viene a sapere, dopo qualche ora, che in breve tempo costui era morto. All'amico che, costernato, gli comunica la notizia, egli quasi meccanicamente, ripete la frase e il gesto di soffiare. L'effetto che ne sortisce è immediato: l'uomo si porta le mani al petto e in breve perde conoscenza. Il narratore prova, di fronte a questa serie di eventi che paiono collegati alla sua frase e all'atto che l'accompagna, dapprima sconcerto poi un vero e proprio terrore, che si manifesta inducendolo a fuggire come un pazzo dalla stanza dove è appena morta la seconda “vittima” del suo soffio fatale.
Per strada, questa alterazione mentale si accentua, inducendolo a provare la potenza del suo soffio letale sui passanti: egli racconta a se stesso di star scherzando, ma è anche consapevole di andare alla ricerca di una prova sicura del fenomeno di cui è protagonista. La mattina successiva in effetti le prime pagine dei giornali riportano con allarme la notizia di una misteriosa epidemia che ha causato quasi un migliaio di morti la sera precedente. Nell'animo del narratore nascono pensieri contraddittori: da una parte gli sembra impossibile che esista un nesso fra il suo gesto e le morti. Dall'altra nutre il sospetto che si tratti invece di qualcosa di possibile, anzi, di certo, ma è restio a trovare altre prove, visto quello che comporterebbe il farlo. Pensa allora a quale potrebbe essere la vittima ideale di una messa alla prova del suo soffio mortale, e la individua in un bambino afflitto da un terribile morbo. Dimostrato così a se stesso l'incredibile causa effetto, sempre più delirante e sconvolto, si aggira per la città provocando gli increduli a sostenere la prova del soffio: tutti cadono a terra e muoiono. Al termine della narrazione il protagonista si trasforma in una sorta di essere incorporeo, perde l'umana consistenza, ma mentre ciò accade s'imbatte in una dolcissima immagine di giovane donna che resiste, forse unica sopravvissuta, al mortifero contatto del soffio sul quale quindi lei riesce a trionfare. (400)

Il narratore interno della novella  Il soffio racconta di aver pronunciato e mimato con l'atto di soffiare aria dalla bocca una frase convenzionale, appena ricevuta una notizia tragica da parte di un conoscente: la morte improvvisa di una persona con la quale lui stesso si era intrattenuto poco tempo prima. A seguito dell'atto di soffiare, il suo interlocutore ha un malore e il narratore apprende che in breve costui era morto. All'amico che, costernato, gli comunica la notizia, egli ripete la frase e il gesto di soffiare: come effetto immediato, l'uomo si porta le mani al petto e perde conoscenza. Il narratore prova, di fronte a questa serie di eventi che paiono collegati alla sua frase e all'atto che l'accompagna, dapprima sconcerto, poi terrore e la sensazione di star impazzendo. Per strada, la sua follia si accentua: egli racconta a se stesso di star scherzando, ma è anche consapevole di andare alla ricerca di una prova sicura del fenomeno di cui è protagonista, soffiando in continuazione da ogni parte. La mattina successiva, le prime pagine dei giornali riportano la notizia di una misteriosa epidemia che ha causato quasi mille morti la sera precedente. Dopo giorni di confusione e esitazione, trova il modo di dimostrare a se stesso la veridicità del causa effetto, scegliendo una sorta di “vittima ideale” su cui mettere alla prova il suo potere. Sempre più delirante e sconvolto, si aggira per la città provocando gli increduli a sostenere la prova del soffio: tutti i coinvolti cadono a terra e muoiono. Al termine della narrazione, il protagonista è ormai trasformato in una sorta di essere incorporeo, che ha perso l'umana consistenza, ma mentre ciò accade s'imbatte in una dolcissima immagine di giovane donna che resiste, forse unica sopravvissuta, al mortifero contatto del soffio sul quale quindi riesce a trionfare. (300)

Il narratore della novella  Il soffio racconta di aver pronunciato e mimato con l'atto di soffiare aria dalla bocca una frase convenzionale, appena ricevuta una notizia tragica da parte di un conoscente: la morte improvvisa di una persona con la quale lui stesso si era intrattenuto poco prima. A seguito dell'atto di soffiare, il suo interlocutore ha un malore e il narratore viene poi a sapere che in breve tempo anche costui era morto. All'amico che, costernato, gli comunica la notizia, egli ripete la frase e il gesto di soffiare, producendone la morte. Il narratore prova, di fronte a questa serie di eventi, sconcerto, terrore e la sensazione di impazzire, che si accentua quando per le strade inizia a soffiare in ogni direzione e produce morti a catena. Gli occorrono poi ulteriori prove per dimostrare a se stesso l'incredibile causa effetto finché, sempre più delirante e sconvolto, si aggira per la città provocando una travolgente morìa. Al termine della narrazione si trasforma in una sorta di essere incorporeo, perde l'umana consistenza, ma mentre ciò accade s'imbatte in una dolcissima immagine di giovane donna che resiste, forse unica sopravvissuta, al mortifero contatto del soffio letale, sul quale quindi riesce a trionfare. (200)

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