MOBY DICK

"Ci sono certe bizzarre circostanze in questa strana e caotica faccenda che chiamiamo vita, che un uomo prende l'intero universo per un'enorme burla in atto, sebbene non riesca a vederne troppo chiaramente l'arguzia, e sospetti anzichenò che la burla non sia alle spalle di altri che le sue. Egli ingolla tutti gli avvenimenti, tutti i culti, le fedi e le persuasioni, tutte le cose difficili visibili e invisibili, non importa quanto indigeribili, come uno struzzo dallo stomaco robusto inghiotte pallottole e pietre focaie. E quanto alle piccole difficoltà e afflizioni, le prospettive d'improvvisa rovina, di pericolo della vita o del corpo, tutto questo, e perfino la morte, gli sembrano ingegnosi e amichevoli colpi, allegre spunzonature nei fianchi, somministrati dall'invisibile e inspiegabile vecchio mattacchione." H. Melville, Moby Dick, ed. Adelphi, traduzione di Cesare Pavese.

Vi propongo questa citazione dal romanzo di Melville che sto rileggendo con enorme piacere. Non si tratta di una lettura facile, dato che è un romanzo d'una ricchezza straordinaria, quanto a senso della vita, dell'avventura, della forma e dello stile, per dire (saltando qua e là) solo i motivi d'attrazione primari, quelli che possono essere colti anche solo nelle prime pagine. 

Lancio il seme nello spazio, come sempre, nella speranza che qualcosa possa nascerne.

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