TRE TESTI DAI DOLORI DEL GIOVANE WERTHER

 Dal libro I, lettera del 4 maggio 1771

Per il resto qui mi trovo assai bene, la solitudine di questi luoghi paradisiaci è un balsamo prezioso per il mio cuore e questa stagione colma di giovinezza scalda con la pienezza dei suoi doni il mio cuore che troppo spesso rabbrividisce. Ogni albero, ogni siepe è un mazzo di fiori, e vorrei trasformarmi in un maggiolino per svolazzare in questo mare di profumi e trovare in esso ogni mio nutrimento.

12 maggio

Non so se spiriti ingannevoli aleggiano su questo paesaggio, o se è la calda, celestiale fantasia del mio cuore che rende così paradisiaco tutto quello che mi circonda. Proprio all’ingresso del villaggio c’è una fontana, una fontana alla quale mi sento legato come da un sortilegio, come Melusina con le sue sorelle [figura leggendaria di origine precristiana,forse celtica, comparsa per la prima volta in racconti medievali del XII secolo]. Scendi il pendio di un breve colle e ti trovi davanti a una grotta, i cui scendono almeno venti gradini e, in fondo, da rocce marmoree sgorga un’acqua purissima. Il muretto che la recinge in alto, formando un parapetto, gli alberi alti, che ricoprono tutt’intorno lo spiazzo, la freschezza del luogo, tutto è così attraente e così misterioso. Non passa giorno che io non trascorra laggiù almeno un’ora. Dalla città vengono le ragazze ad attingere l’acqua, il lavoro più innocente e più necessario, tanto che un tempo vi accudivano anche le figlie del re. Quando sto là seduto, mi si presenta vivo alla mente l’antico mondo patriarcale, quando i padri intorno alle fontane stringevano amicizie e conducevano matrimoni e accanto alle fonti vagavano spiriti benefici. Oh, mai deve essersi ristorato alla freschezza di una fonte dopo una faticosa gita nella calura estiva colui che non sa condividere questi pensieri.

22 maggio

Che la vita non sia che un sogno, è un pensiero che già è occorso a molte persone, e anche in me esso nasce assai spesso. Quando vedo le barriere contro le quali sono chiuse le forze, attive e indagatrici dell’uomo; quando vedo come tutta la nostra attività ha per solo scopo la soddisfazione dei bisogni, i quali a loro volta ad altro non servono che a prolungare la nostra povera esistenza, e poi mi accorgo che la nostra tranquillità su certi punti dell’indagine del pensiero non è che trasognata rassegnazione, solo perché non riusciamo a dipingere figure luminose sulle pareti che ci tengono prigionieri. Tutto questo Wilhelm  mi fa ammutolire. Mi rinchiudo in me stesso e trovo un mondo! E anche questo fatto più di presentimenti e di oscure bramosie, che di realtà e di energie vitali. E allora tutto dilegua davanti ai miei sensi come in una nebbia e sorrido trasognato continuando la mia vita. [...] Ammetto volentieri, perché so quello che vorresti dirmi in proposito, che i più felici sono proprio coloro che, come i bambini, vivono alla giornata, portando a spasso, vestendo e spogliando le loro bambole, e girano con grande rispetto e soggezione intorno al cassetto dove la mamma tiene chiusi gli zuccherini, e quando poi alla fine hanno avuto quello che desideravano lo divorano a quattro palmenti gridando: “Ancora!”. Quelle sono creature felici. E bene stanno anche coloro che sanno dare grandi nomi pomposi alle loro miserabili occupazioni o persino alle loro passioni e le prospettano al genere umano come straordinarie imprese compiute per la sua salute e il suo benessere. Beato colui che può passarsela così. Ma chi in umiltà conosce dove va a finire ogni umano sforzo, che vede con quanta buona grazia ogni bennato cittadino sa trasformare in paradiso il proprio giardinetto e con quanta infaticabile solerzia anche il più sventurato continui a trascinarsi per la sua strada, ansimante sotto il suo pesante fardello e tutti hanno un unico, comune interesse, godere anche solo un minuto di più della luce del sole...sì costui rimane in silenzio e costruisce un piccolo mondo solo per sé, ed è ugualmente felice di essere un uomo. E allora, per quanto costretto si senta, continua a portare in cuore il dolce sentimento di essere libero e di poter abbandonare questo carcere quando lo voglia.

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