ESERCITAZIONE FINALE

VSA


Ci sarà qualcuno che sia felice al mondo? No, a meno che non viva in un sogno o in un'invenzione che lui stesso o qualcun altro ha creato.

Sylvia Plath, dai Diari


Il genere umano, che ha creduto e crederà tante scempiataggini, non crederà mai né di non saper nulla, né di non essere nulla, né di non aver nulla a sperare. Nessun filosofo che insegnasse l’una di queste tre cose, avrebbe fortuna né farebbe setta, specialmente nel popolo: perché, oltre che tutte tre sono poco a proposito di chi vuol vivere, le due prime offendono la superbia degli uomini, la terza, anzi ancora le altre due, vogliono coraggio e fortezza d’animo a essere credute. (Leopardi, Operette morali, Dialogo di Tristano e di un amico)

Per il resto qui mi trovo proprio bene, la solitudine stilla da questi luoghi paradisiaci un balsamo prezioso nel mio cuore, e la stagione della gioventù lo riscalda vigorosamente, facile com'è lui ai brividi. Ogni albero, ogni siepe è un mazzo di fiori, e vorrei trasformarmi in un maggiolino per svolazzare nel mare dei profumi e suggervi tutto il nutrimento necessario. (W. Goethe, I dolori del giovane Werther, 4 maggio 1771, I lettera)


Che la vita degli uomini sia soltanto un sogno, l'hanno pensato in molti, e anche a me capita continuamente di sentirmi attirato da questa sensazione. Quando vedo la limitatezza in cui sono prigioniere le energie fattive e sperimentali dell'uomo... quando vedo come ogni azione tenda alla soddisfazione di bisogni che altro scopo non hanno se non quello di allungare la nostra misera esistenza, e per giunta che ogni appagamento riguardo a certi punti della scienza non è che una sognante rassegnazione, un dipingere le pareti fra le quali siamo incastrati di figure variopinte e di scorci luminosi, ecco, tutto ciò, Guglielmo, mi fa restare di sasso. Mi ripiego in me stesso, trovo il mio mondo! daccapo fatto più di presentimenti e oscure voglie che di realtà e energie vive. E allora tutto s'annebbia in me e continuo trasognato a sorridere al mondo così com'è. W. Goethe, I dolori del giovane Werther, lettera del 22 maggio 1772)


So che la mia nascita è un caso, un incidente risibile, eppure, appena mi lascio andare, mi comporto come se fosse un evento capitale, indispensabile al funzionamento e all'equilibrio del mondo.

Noi non corriamo verso la morte, fuggiamo la catastrofe della nascita, ci affanniamo, superstiti che cercano di dimenticarla. La paura della morte è solo la proiezione nel futuro di una paura che risale al nostro primo istante. Ci ripugna, certo, considerare la nascita un flagello: non ci è stato forse inculcato che era il bene supremo, che il peggio era posto alla fine e non all'inizio della nostra traiettoria? Il male, il vero male, è però dietro, non davanti a noi. (E. Cioran, L’inconveniente di esser nati)


All'epoca di Goethe il consumo pro capite di acqua era di trenta litri al giorno. Oggi è di duecento litri; negli Stati Uniti arriva a quattrocentocinquanta litri. Tra abitazioni e industrie si toccano i millecinquecento litri. L'acqua delle falde si fa scarsa, le acque dolci e salate di superficie sono malate a morte; il ricambio dell'ossigeno avviene a fatica. In Europa, il Reno convoglia i rifiuti di trenta milioni di persone, insieme a un'infernale quantità di scarichi industriali: alla foce, è un gigantesco assassino chimico. In queste condizioni, vuoi ancora parlare di avvenire della società? Guido Ceronetti, Il silenzio del corpo

 

 


All'epoca di Goethe il consumo pro capite di acqua era di trenta litri al giorno. Oggi è di duecento litri; negli Stati Uniti arriva a quattrocentocinquanta litri. Tra abitazioni e industrie si toccano i millecinquecento litri. L'acqua delle falde si fa scarsa, le acque dolci e salate di superficie sono malate a morte; il ricambio dell'ossigeno avviene a fatica. In Europa, il Reno convoglia i rifiuti di trenta milioni di persone, insieme a un'infernale quantità di scarichi industriali: alla foce, è un gigantesco assassino chimico. In queste condizioni, vuoi ancora parlare di avvenire della società? Guido Ceronetti, Il silenzio del corpo


Per il resto qui mi trovo proprio bene, la solitudine stilla da questi luoghi paradisiaci un balsamo prezioso nel mio cuore, e la stagione della gioventù lo riscalda vigorosamente, facile com'è lui ai brividi. Ogni albero, ogni siepe è un mazzo di fiori, e vorrei trasformarmi in un maggiolino per svolazzare nel mare dei profumi e suggervi tutto il nutrimento necessario. (W. Goethe, I dolori del giovane Werther, 4 maggio 1771, I lettera)


So che la mia nascita è un caso, un incidente risibile, eppure, appena mi lascio andare, mi comporto come se fosse un evento capitale, indispensabile al funzionamento e all'equilibrio del mondo. Noi non corriamo verso la morte, fuggiamo la catastrofe della nascita, ci affanniamo, superstiti che cercano di dimenticarla. La paura della morte è solo la proiezione nel futuro di una paura che risale al nostro primo istante. Ci ripugna, certo, considerare la nascita un flagello: non ci è stato forse inculcato che era il bene supremo, che il peggio era posto alla fine e non all'inizio della nostra traiettoria? Il male, il vero male, è però dietro, non davanti a noi. (E. Cioran, L’inconveniente di esser nati)


Nel ciel che più de la sua luce prende
fu’ io, e vidi cose che ridire
né sa né può chi di là sù discende;6
perché appressando sé al suo disire,
nostro intelletto si profonda tanto,
che dietro la memoria non può ire.9

(Dante Alighieri, Paradiso¸I canto, vv. 4-9)


Quello che fa accadere gli eventi del mondo, che scrive la storia del mondo, è l’irresistibile mescolanza di tutte le cose, che va dalle poche configurazioni ordinate alle innumerevoli configurazioni disordinate. L’universo intero è come una montagna che crolla pian piano. Come una struttura che si sfalda gradualmente. Dagli eventi più minuti ai più complessi, è questa danza di entropia crescente, nutrita dalla bassa entropia iniziale del cosmo, la vera danza di Siva, il distruttore. Qui, sul bordo di quello che sappiamo, a contatto con l’oceano di quanto non sappiamo, brillano il mistero del mondo, la bellezza del mondo, e ci lasciano senza fiato. Carlo Rovelli, L’ordine del tempo


Ci sarà qualcuno che sia felice al mondo?

No, a meno che non viva in un sogno o in un'invenzione che lui stesso o qualcun altro ha creato.

Sylvia Plath, dai Diari

Che la vita degli uomini sia soltanto un sogno, l'hanno pensato in molti, e anche a me capita continuamente di sentirmi attirato da questa sensazione. Quando vedo la limitatezza in cui sono prigioniere le energie fattive e sperimentali dell'uomo... quando vedo come ogni azione tenda alla soddisfazione di bisogni che altro scopo non hanno se non quello di allungare la nostra misera esistenza, e per giunta che ogni appagamento riguardo a certi punti della scienza non è che una sognante rassegnazione, un dipingere le pareti fra le quali siamo incastrati di figure variopinte e di scorci luminosi, ecco, tutto ciò, Guglielmo, mi fa restare di sasso. Mi ripiego in me stesso, trovo il mio mondo! daccapo fatto più di presentimenti e oscure voglie che di realtà e energie vive. E allora tutto s'annebbia in me e continuo trasognato a sorridere al mondo così com'è. W. Goethe, I dolori del giovane Werther, lettera del 22 maggio 1772)

 

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