POLIFEMO E L'ALTRO MONDO - LEZIONE DELL'11 FEBBRAIO

Nell'Odissea si possono riconoscere due mondi: un mondo di qua, che segue una rotta (quella ricostruita nel video che vi ho fatto conoscere) e mondo di là, dove abitano monstra, creature e eventi straordinari, inusitati, persino nel recinto del mito, che per sua natura è già regno dello straordinario. Nel mondo di là  si trovano i Ciclopi, Eolo, Circe, l'Ade, le Sirene, Trinacria, Ogigia, è un mondo che sembra quasi interamente fatto di isole e in cui le rotte di passaggio sono molto difficili da ricostruire perché non di rado si levano terribili tempeste che scombinano le rotte, e chissà mai da dove si è passati, magari da una dimensione ad un'altra, chissà. Nel mondo  di là i mostri sono di casa, anzi, sono la presenza più naturale che ci si possa figurare. A essere fuori luogo sono piuttosto gli umani, che risultano esssere intrusi e per questo rischiano da un momento all'altro di essere cacciati, spesso nel senso più definitivo del termine, di essere cacciati via dalla vita, quindi di morire. Lo scotto che si paga per il passaggio all'altro luogo è quindi la morte, come ben dimostra, insieme ad altro, l'episodio molto noto dell'antro di Polifemo. Nell'isola di fronte a quella dei Ciclopi, dove Ulisse sbarca con le sue 12 navi, tutto è lussureggiante, idilliaco. Capre selvatiche a iosa offrono una possibilità di caccia facile e loro ne approfittano, Poi la decisione di visitare anche la terra dei Ciclopi. Decisione fatale e foriera di sventura, eppure esaltante. Esalta l'eroe poter mettere alla prova la sua intelligenza. L'occasione che si prende il poeta, qui è il secondo Omero a parlare, è anche quella di introdurre un confronto: fra un'età originaria (dell'oro? ma non viene detto espressamente) e una più recente: natura e cultura, ma con la prima che, nella persona del ciclope Polifemo, manifesta incuranza totale, aggressiva, feroce, persino nei riguardi degli dei. Polifemo non se ne cura e non si cura delle leggi. Dunque in quel suo altro mondo, un mondo di mostri l'intelligenza umana di Ulisse deve farsi valere con iniziative adatte al contesto. La via prescelta è quella della mimesi, della trasformazione in qualcos'altro, di cui il mostro non riesca ad accorgersi. Di qui la sequenza di trovate: dal nome (trasformazione in Nessuno), al vello del montone cui si appende per nascondersi (si nasconde sotto, diventa così parte dell'animale). Trovate con cui pone, parzialmente, rimedio all'errore fatale commesso per curiosità. In cambio ottiene morte e conoscenza. O, giocando con le parole ma non solo, una conoscenza che, per forza, comprende anche la morte. 
  • L'episodio è situato nel libro IX, quindi, rispetto all'organizzazione della materia nell'Odissea, in quale punto del viaggio si colloca?
  • Gli elementi descrittivi relativi ai Ciclopi sono i seguenti: sono giganti con un occhio solo, vivono in un'isola prospiciente alla terra in cui sono approdati Ulisse e compagni. 
  • Lo stimolo della curiosità: Ulisse decide di visitare quest'altra isola con i compagni della sua sola nave e porta un dono ospitale, un otre di vino. 
  • vv. 105 e sgg. (trad. di Ippolito Pindemonte, 1821) L'inizio dell'episodio
Ci portammo oltre, e de’ Ciclopi altieri,
Che vivon senza leggi, a vista fummo.
135
Questi, lasciando ai Numi ogni pensiero,
Nè ramo, o seme por, nè soglion gleba
Col vomere spezzar: ma il tutto viene
Non seminato, non piantato, o arato,
L’orzo, il frumento, e la gioconda vite,
140
Che si carca di grosse uve, e cui Giove
Con pioggia tempestiva educa, e cresce.
Leggi non han, non radunanze, in cui

Si consulti tra lor: de’ monti eccelsi
Dimoran per le cime, o in antri cavi,
145
Su la moglie ciascun regna, e su i figli,
Nè l’uno all’altro tanto o quanto guarda.

I ciclopi sono altieri, noi diciamo alteri ossia, intende il traduttore ottocentesco, non solo superbi, ma decisamente arroganti, anche violenti; oltre a questo sono incivili, in quanto vivono senza leggi e aspettano che siano gli dei a occuparsi di loro: non praticano infatti l'agricoltura, la loro terra è una specie di saturnia tellus, una terra felice, che offre spontaneamente i suoi frutti. 
  • Identifica i versi in cui Polifemo scopre del tutto la sua natura ferina e incivile
  • Ulisse, nell'episodio, si dimostra l'eroe dalla mente colorata, provvisto di metis e simile a Ermes. 

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