Esperimenti mentali alla Baggini sui Promessi sposi - guida alla lezione di marted' 23

Metodi polizieschi

Ambrogio Fusella è un bargello travestito ovvero un birro, nel linguaggio secentesco, che opera in incognito e si mescola  alla folla dei tumultuosi scesi in piazza nei giorni 11 e 12 novembre 1628, durante gli storici tumulti di San Martino documentati nei Promessi sposi  di Manzoni. Fusella, nella vita quotidiana, è un padre di famiglia gentile e generoso con i suoi due figli, entrambi maschi, che desidera non manchino mai del necessario, compresa l'istruzione. Ambrogio Fusella è infatti ben consapevole di quanto la conoscenza dei rudimenti, e anche un po' più di questi,  della scrittura e della lettura siano fondamentali per vivere in una società violenta come quella a lui contemporanea. La paga regolare dei birri non è particolarmente elevata, sicché Fusella si presta a missioni particolari, come quella in cui lo troviamo impegnato nell'Osteria della Luna piena, con Renzo. Fusella deve assicurare alla Giustizia persone sorprese a compiere misfatti di varia natura,  che lui stesso contribuisce a identificare, con un fiuto collaudato attraverso anni di servizio. Poco o nulla gli deve interessare se poi la giustizia proceda con loro in maniera più o meno severa (gli è accaduto di intrappolare delinquenti matricolati, che sono stati lasciati a marcire in prigione per il resto della loro vita) o se riescano a scappare. Altrettanto poco o nulla lo riguarda il fatto che il suo fiuto abbia operato più o meno correttamente: qualche innocente (come Renzo, che però riesce a trarsi d'impaccio per fortunose circostanze) gli è pur capitato di farlo cadere nella rete, ma questo non gli impedisce affatto di dormire sonni tranquilli. La sua coscienza gli dice infatti che lui, Ambrogio Fusella,  non fa che contribuire all'applicazione delle leggi. Se per farlo deve ingannare qualcuno, non si deve per nulla sentire responsabile. Senza contare, che il bene unico a cui lui pensa quando svolge le sue missioni è la famiglia, i suoi due figli adorati ai quali vuole assicurare un destino migliore del suo. 

(Fonte: Alessandro Manzoni, I promessi sposi, capitoli XIV, XV e XVI)

Un protettore scomodo?

Vi fareste proteggere dall'Innominato manzoniano? E non intendo foste al posto di Lucia, ma prima che Lucia giunga sotto le volte del suo castello, nella parte della storia in cui l'Innominato si comporta ed è una sorta di killer, di omicida seriale, nutre un vero gusto per l'assassinio e la messa in ridicolo e in scacco delle leggi e dei potenti, anche di quelli che contro la legge si schierino a loro volta. L'innominato è uno che, prima di conoscere Lucia,  non ha timore di nessuno, non della legge umana e nemmeno di quella divina. Proprio per questo, anzi, in ragione di questo, riesce a fare qualunque cosa e occasionalmente aiuta anche qualche debole ad avere la meglio su un potente. Allora, se voi foste il debole in questione, perseguitato da un potente, vi mettereste sotto la protezione dell'Innominato conoscendo perfettamente tutti i suoi misfatti,  e con quali giustificazioni per la vostra coscienza, se ne sentiste il bisogno?

(Fonte: Alessandro Manzoni, I promessi sposi, capitolo  XIX)

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