TEMA IN CLASSE 2 DICEMBRE - TIPOLOGIA B CON SVOLGIMENTO MODELLO

 Torino, 2 dicembre 2021                                                                                                                                classe III C

Tema in classe, tipologia B, argomentazione guidata, a partire da un articolo d’attualità da analizzare.

L’8 gennaio 1964 Lyndon Johnson, che poco più di un mese prima aver preso il posto di John F. Kennedy alla Casa Bianca, lanciò uno dei programmi più ambiziosi che un presidente degli Stati Uniti abbia mai proposto: la “guerra alla povertà”, una serie di leggi per aiutare decine di milioni di indigenti attraverso sussidi, investimenti sulla scuola, creazione di un sistema di welfare e altro. Fece l’annuncio dal portico di una casa di Inez, in Kentucky, dove viveva Tom Fletcher, un operaio disoccupato, con la moglie e i loro otto figli. “Il nostro obiettivo è una vittoria schiacciante”, disse Johnson.

Cinquantacinque anni dopo il fotografo Matt Black è andato a Inez e ha visitato la stessa casa. Oggi ci vive un uomo che si chiama Harold: “A parte la vernice arancione, l’edificio è uguale a come appare nelle fotografie di quel giorno: gradini di cemento, tetto in lamiera, le tendine appuntate alle finestre, il barometro accanto all’ingresso. Sul portico dalle assi imbarcate ci sono due sdraio e un vecchio divano, insieme a un tavolino pieghevole con tre pacchi di sigari, due secchi (uno pieno di lattine e l’altro a metà) e una catasta di legna da ardere. Dentro il linoleum che riveste il pavimento si sta sollevando ed è riattaccato agli angoli con delle puntine da disegno. Harold siede sotto il portico, con indosso un paio di jeans neri, una maglietta azzurra e delle scarpe da trekking. Di Johnson dice: ‘Ci ha mentito, proprio come tutti gli altri’”.

Nel 2015 Black ha cominciato un viaggio che nei cinque anni seguenti lo avrebbe portato a visitare ogni angolo del paese, percorrendo 160mila chilometri attraverso 46 stati. Anche il suo progetto, come quello di Johnson, era enorme: costruire la mappa definitiva della povertà negli Stati Uniti. Il risultato è un libro straordinario, appena pubblicato da Contrasto, che si inserisce in una lunga e ricca tradizione di racconto del disagio e dell’emarginazione: i contadini disperati degli anni trenta raccontati in Furore di John Steinbeck, nelle canzoni di Woody Guthrie e nelle foto di Dorothea Lange; gli afroamericani dell’America segregata degli anni sessanta raccontati da Gordon Parks; gli operai traumatizzati dalla crisi industriale dei primi anni duemila, che compaiono in romanzi come Ruggine americana di Philipp Meyer.

L’obiettivo di Black era percorrere tutto il paese senza uscire da quella fascia socioeconomica che il governo definisce “di povertà concentrata” (cioè le comunità dove almeno un quinto della popolazione vive sotto la soglia di povertà), per dimostrare che negli Stati Uniti la miseria è molto più diffusa di quanto si immagini e, di conseguenza, è anche molto più vicina alle città e ai sobborghi più ricchi del paese. In un periodo in cui i politici occidentali tendono a parlare dei poveri con violenza oppure con retorica – in ogni caso sempre in modo astratto – le fotografie di Matt Black sono come un bagno di realtà.

E ci ricordano come la povertà, e le eventuali soluzioni, siano intrecciate ai grandi problemi degli Stati Uniti di oggi. Il carcere e quello che viene dopo, per esempio. Racconta Black in uno dei preziosi taccuini di viaggio che accompagnano le immagini: “Ken è uscito di prigione nel 2014. Non è riuscito a trovare un lavoro stabile, così vive a casa della figlia e dorme sul pavimento della camera da letto del nipote. ‘Prendo 7 dollari e 25 all’ora. Ho 48 anni e il tempo non gioca a mio favore. Quando leggono “pregiudicato” si girano dall’altra parte. Ovunque, in qualsiasi campo, sono visto come un possibile fallimento. Dicono che ho pagato il mio debito con la società, ma quando sarò davvero libero?”.

O il degrado ambientale: “Arnulfo vive in una baracca costruita da sé sulle sponde del New River, un fiume che attraversa il confine con il Messico. Pare che le sue acque siano le più inquinate d’America: la puzza di fogna e sostanze chimiche si sente a decine di metri di distanza. Di tanto in tanto Arnulfo passa il confine con il Messico: ‘Di là sono un uomo ricco, qui sono un senzatetto’”.

O il peso storico delle discriminazioni contro le minoranze. Dalla riserva dei nativi americani a Wind River, in Wyoming: “La riserva esiste da prima della nascita dello stato. La dispersione scolastica è arrivata al 40 per cento. Gli adolescenti hanno il doppio delle probabilità di commettere suicidio. Il tasso di criminalità è sette volte più alto di quello nazionale. La disoccupazione è all’86 per cento. Un uomo mi dice: ‘Siamo prigionieri di guerra. Ci stanno ancora strangolando. Nella cultura della povertà, si fa la guerra per nulla, la gente si litiga la spazzatura’”. (Alessio Marchionna, Un viaggio epico nella povertà degli Stati Uniti, su “Internazionale”, 9 novembre 2021)

1)       Comprensione e analisi

 

·         Riassumi concettualmente l’articolo, in modo da inserire il minor numero possibile di dati, senza che questo vada a detrimento della comprensione.

·         Soffermati, per spiegare quali ne siano le implicazioni, su tre affermazioni, che riporto di seguito,  contenute nei taccuini di viaggio che accompagnano le immagini di cui si tratta nell’articolo: 1) ”Dicono che ho pagato il mio debito con la società, ma quando sarò davvero libero?”. 2) “’Di là sono un uomo ricco, qui sono un senzatetto’”. 3) ‘Nella cultura della povertà, si fa la guerra per nulla, la gente si litiga la spazzatura’”. Inserisci con una breve contestualizzazione ogni citazione.

2)       Produzione

Assumi come filo conduttore quello delle diseguaglianze a tutte le latitudini del mondo. Sviluppalo attraverso esempi che giustifichino il riferimento a tutte le latitudini, senza inserire considerazioni moralistiche, ma in modo tale da riprodurre la questione in modo oggettivo, servendoti dei dati messi a disposizione da questo articolo e da quelli utilizzati per la preparazione e inseriti nel blog.

SVOLGIMENTO MODELLO

Subito dopo la sua nomina a presidente della Casa Bianca, nel gennaio del 1964, il presidente Lyndon Johnson promosse una serie di provvedimenti volti a scatenare, in base alle sue parole, una vera e propria guerra alla povertà: investimenti cospicui nel walfare in tutte le sue espressioni, dalla scuola alla previdenza sociale. A 55 anni di distanza, ormai sei anni or sono, il fotografo Matt Black si è proposto di percorrere in lungo e in largo gli Stati Uniti d'America, per rappresentare visivamente, con l'accompagnamento di scarne notazioni in forma di brevissime interviste, la mappa della povertà nella nazione che passa per essere la più ricca e potente del mondo. Il contributo di Black si colloca all'interno di una tradizione documentaristica che risale all'inizio del Novecento, attraverso la quale è possibile confermare il manifestarsi di una massiccia, e per ora irreversibile,  tendenza al mantenimento nel corso del tempo della maggior parte delle problematiche socioeconomiche che attanagliano il paese.

 Il viaggio fotografico di Black è scandito dalle fotografie, ma anche da brevi spaccati di vita dei soggetti ritratti. Uno di questi, per esempio, rimarca l'impossibilità, alla prova dei fatti, di reinserirsi nella vita sociale e economica, una volta che si sia stati marchiati dall'esperienza carceraria. Per alcuni, è l'implicazione, la libertà non esiste proprio, anche quando teoricamente sembri essere concessa a seguito della scarcerazione. Quanto a chi vive in quella famigerata zona di confine situata fra Messico e Texas o California, può ben testimoniare come vi si trovi una specie di varco fra due mondi, in uno dei quali si è miserabili mentre nell'altro ci si scopre addirittura agiati. A sottolineare come non sia la volontà del singolo a determinare le condizioni di vita, ma altri fattori, facilmente intuibili. Infine, entrando in quei territori della vergogna che sono le riserve, si conosce il peso della stigmatizzazione apparentemente senza possibilità di redenzione: ridotti a condizioni brutali, gli esseri umani come bruti si comportano, contendendosi gli scarti. 

A dispetto di dichiarazioni reiterate, che echeggiano già nel Novecento e si riproducono nei nostri anni 2000, il problema della povertà continua a essere attuale o addirittura si sta inasprendo, anche (ma non solo) per effetto della circostanza contingente,  della pandemia  dalla quale non ci siamo ancora liberati. 

Se negli anni Sessanta, quelli del cosiddetto boom economico, che aveva fatto seguito alla crisi prodotta dalla II guerra mondiale, un presidente degli Stati Uniti come Johnson si spingeva a sferrare un attacco bellico alla povertà, oggi sono promossi piani analogamente strategici, col supporto di organizzazioni internazionali, Ong comprese, dai nomi benauguranti come Save the Children. Singoli paesi, di concerto con l'entità politica europea, si mobilitano per predisporre piani che contrastino la crescente povertà, nella sua espressione più connotativa della nostra epoca, la forbice sociale o sperequazione, che si accentua sempre più col passare del tempo, a segnalare che i provvedimenti assunti, almeno per ora, non producano effetti. Dal reddito di cittadinanza alla messa a disposizione di ingenti finanziamenti per migliorare l'offerta formativa a partire dalle scuole dell'infanzia, il rischio segnalato da chi opera nel settore è che queste forme di aiuto risultino dispersive, non siano strutturali, ma addirittura concorrano a enfatizzare i problemi. In particolare occorre tenere presente che a diverse latitudini, ossia in differenti contesti politico-economici, occorre praticare strategie differenziate: un esempio significativo è offerto dalla pandemia, o meglio dalla maniera in cui, anche solo all'interno dei vari stati del mondo, si procede a promuovere la vaccinazione discriminando alcuni soggetti. Nemmeno il vaccino riesce a configurarsi come un diritto accessibile a tutti, perché intervengono fattori inquinanti, a partire dal modo in cui viene descritto e proposto alle popolazioni, con l'inevitabile conseguenza di essere distribuito in maniera diseguale e sperequata, proprio come avviene con la maggioranza dei beni che potrebbero contribuire a far vivere un'esistenza decorosa a tutti gli esseri umani. 

   




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