LAVORI ORWELL
Quel che non so dire, non esiste
Ettore, Virginia, Lisa
Il passo proposto rientra nel V capitolo della prima parte del romanzo di George Orwell 1984. Il contesto descritto dall'autore è quello di una Londra spettrale e desolata, rispetto alla metropoli nota a noi ma anche all'epoca di Orwell, in cui i cittadini, divisi in membri del Partito interno, membri del Partito esterno e prolet, sono succubi di una dittatura che controlla tutte le loro azioni, anche nella sfera che si ritiene comunemente privata, al fine di assicurarsi che rimangano sempre fedeli al Partito. Orwell, nelle pagine precedenti a quelle che contengono il passo in questione, descrive a grandi linee la situazione in cui si trovano ormai da tempo i cittadini, i quali non hanno nessun ricordo dei tempi trascorsi prima della cosiddetta Rivoluzione, poiché il partito compie un’operazione di falsificazione dei dati che arriva fino a cambiare il passato e gettare gli abitanti in una confusione tale da non consentire più loro di avere nemmeno cognizione dell’anno in cui stanno vivendo. Il Grande Fratello è una figura incombente, il cui volto è stampato su giganteschi manifesti che tappezzano l'intera città, anche se nessuno l’ha mai visto di persona.
Al momento del discorso con Syme, il protagonista si trova nella mensa del Reparto Aggiornamenti, il luogo in cui Winston lavora per falsificare documenti allo scopo di riscrivere la storia in modo che anch'essa corrisponda esattamente agli interessi del Partito. Winston ha un confronto con Syme, che è un suo amico, o meglio, un suo “compagno”, il quale sta lavorando a un progetto per cui il dizionario viene completamente stravolto. L’uomo chiede a Smith come mai non si sia presentato all’impiccagione. In risposta Winston si inventa una scusa, affermando che degli impegni lavorativi lo avevano tenuto occupato, motivo per cui non era riuscito ad andarci. Syme però deduce che la mancata partecipazione all'evento sia semplicemente dovuta al fatto che non interessi o ecciti l’uomo, come invece accade, anzi, deve accadere a tutti gli altri.
Syme è un cittadino che, come la maggioranza, crede fermamente negli ideali del Partito e si dedica a portare avanti la forma di potere che secondo lui reca benefici alla società. Il suo mestiere è quello di riscrivere il vocabolario per intero, lavorando a un progetto che consiste nel contribuire alla composizione del “Parlanuovo”. Il Parlanuovo è un linguaggio che elimina tutte le parole, come gli aggettivi, i nomi, i verbi, i sinonimi e i contrari, che sono considerati inutili e superflui. L'obiettivo è quindi quello di ridurre la lingua all’osso, noi le parole le distruggiamo, a decine e decine, a centinaia [...] L’undicesima edizione non conterrà neppure una parola destinata a diventare obsoleta prima del 2050.
Dunque, la cancellazione delle parole non è nient’altro che l’ennesima manipolazione compiuta dal Partito nei confronti della popolazione. Comportamento che viene descritto da Orwell non casualmente, dato che dal ‘40 in poi egli dedica particolare interesse alle parole e al pericolo insito nell’uso ideologico della lingua. Ed è anche frequente nei suoi testi la presenza di un personaggio che, scontento dell’ambiente nel quale si trova, tenta di combatterlo, senza avere successo. Questo motivo narrativo ha senz'altro una matrice autobiografica. L’autore infatti dedica gran parte della sua scrittura al tentativo di contrastare il totalitarismo, soprattutto quello comunista.
A questo punto anche le caratteristiche fisiche con cui vengono connotati alcuni personaggi iniziano ad avere senso, rispetto alla storia contemporanea alla vita di Orwell: il Grande Fratello viene rappresentato con pelle chiara, occhi scuri e profondi e baffi neri che riprendono, nemmeno troppo velatamente, le fattezze di Hitler e Stalin. Infine, Anche la storia del personaggio principale, Winston, riprende quella di Orwell. Appartenente alla classe media, è intento a smascherare le bugie del partito, che nel caso di Winston è quello governato dal Grande Fratello, e in quello dello scrittore è, appunto, il partito comunista.
Odiare è un po' amare
Andrea S., Andrea T, Filippo, Martina
Il passo riportato si riferisce al momento in cui Winston, entrato nella sala destinata ai Due Minuti d’Odio, inizia a prendere posto. Questa è la prima volta in cui la narrazione tratta di questo evento e introduce ad esso per spiegare la motivazione che ha spinto Winston a comprare il diario. Lo ha acquistato in un negozio di antiquariato e ha deciso di scriverlo per le generazioni future, anche se è consapevole del fatto che, se dovessero scoprirlo, sia lui che il diario verrebbero fatti sparire. Malgrado l’enorme rischio che corre, però, egli decide ugualmente di scriverlo, a seguito dell’incontro avvenuto con due persone proprio durante i Due Minuti d’Odio: Julia e O’Brien. La prima è una ragazza dai lunghi capelli neri e l’aria risoluta, che sapeva facesse parte del Reparto Finzione, ma di cui ignorava il nome. Per lei prova un forte sentimento di odio, e questo perché gli dà l’idea di essere una persona che ama la socialità e gli eventi di gruppo. Questo dettaglio permette di comprendere meglio la psicologia di Winston, il quale è completamente in contrasto con una società come quella presente in Oceania, che promuove la vita sociale e vede in modo negativo l’isolamento. Inoltre, Winston odia le donne in generale, soprattutto le più giovani, perché sono loro a rappresentare per il Partito i seguaci più bigotti e sono sempre pronte a fare proprio ogni slogan. Si rende anche conto, però, che il vero motivo per cui la odia è che è innamorato di lei, ma al contempo è consapevole del fatto di non essere corrisposto: di qui la profonda irritazione. In aggiunta a questo, ne è anche terrorizzato, in quanto in sua presenza percepisce sempre un misto di disagio, paura e ostilità, che a un certo punto lo conducono a pensare che lo stia osservando e che, quindi, possa far parte della Psicopolizia. L’altro soggetto, invece, è un uomo dai modi garbati, membro del Partito Interno e titolare di qualche incarico molto importante. Conosce il suo nome e lo ha incrociato una dozzina di volte, ma di lui si è fatto solo un’idea vaga, derivata dallo sguardo, che suggerisce un'intelligenza acuta, ma soprattutto un’adesione almeno imperfetta all'ideologia del partito.
La donna si siede dietro a Winston, alimentando i sospetti del protagonista su di lei, mentre O’Brien prende posto a un paio di sedie di distanza da lui. Iniziano poi i Due Minuti d’Odio, un intervallo di tempo durante il quale ogni persona interrompe il proprio lavoro per recarsi in tale sala e urlare insulti contro un grande schermo, sul quale è proiettato il video di un fantomatico traditore della nazione, che è diventato il principale nemico politico: Emmanuel Goldstein. La cosa più spaventosa di questo evento, come racconta Winston, è che nessuno è obbligato a prendere parte a tali violenze, ma, nonostante ciò, anche coloro che non sono d’accordo con quanto stabilito dal Grande Fratello si fanno coinvolgere. Questo è proprio ciò che succede al protagonista il quale, quasi senza rendersene conto, prende parte alla manifestazione e non riesce più a guardare il viso di Goldstein senza provare odio e disgusto. La gente intorno a lui urla a squarciagola e lancia oggetti contro lo schermo, come sedie e dizionari, e a un certo punto tutti iniziano a intonare una specie di salmodia, lenta e ritmata: “G.F!, G.F.!”. Anche Winston si unisce a questo canto, perché non riesce a sottrarsi dal parteciparvi, ma nel farlo prova un forte sentimento di orrore. Finiti i Due Minuti d’Odio, il suo sguardo e quello di O’Brien si incrociano, e Winston percepisce una sorta di complicità con lui. Proprio questo dettaglio lo induce a a scrivere un diario, come se lo scrivesse per lui, oltre che per le generazioni future.
Il passo è focalizzato sulla genesi di questo sentimento collettivo provato durante i Due Minuti d’Odio. Il protagonista lo descrive come una percezione forte e coinvolgente, alla quale non ci si può sottrarre neanche volendo. Questo odio è in un certo senso astratto, e non è diretto per forza verso Goldstein, ma verso chiunque ci si trovi davanti, dato che qualsiasi dettaglio diventa pretesto per odiare. Ad esempio, Winston prima odia in Goldstein il traditore, poi il suo odio si sposta verso il Grande Fratello, poi verso la Psicopolizia e, infine, in seguito all'influenza della folla circostante, ritorna sull'obiettivo iniziale. Questo fa capire come tale odio non sia un sentimento personale, ma piuttosto una collera collettiva. Infatti, Winston non odia davvero Goldstein, anzi, addirittura la pensa come lui, ma nonostante questo non può che farsi coinvolgere dal sentimento collettivo, provandolo sul serio.
Questo passo fa capire subito al lettore quanto potere abbia il Grande Fratello su tutti gli abitanti dell’Oceania, in quanto riesce in qualche modo a controllare le loro emozioni, oltre che il loro pensiero. In questo primo capitolo si comincia anche a comprendere un po’ la psicologia di Winston. Infatti, si inizia a intravedere il suo lato solitario, che ben si appaia a quello ostile al partito: il lettore è messo a conoscenza del fatto che egli odia sia tutti gli eventi sociali, ai quali non parteciperebbe se non fosse troppo pericoloso evitarli, sia le persone che vi vi partecipano. Quindi, il suo disprezzo non è diretto solo verso il Grande Fratello e i suoi ideali, ma anche verso la società in cui vive, che si situa in completo contrasto con il suo carattere e nella quale non riuscirà mai a integrarsi. In questo Winston è molto simile a Orwell; infatti, anche lui nella sua adolescenza ha avuto molte difficoltà ad inserirsi nel clima snob di Eton, sviluppando un insuperabile senso di inferiorità.
Infine, nel corso della narrazione è possibile notare come le descrizioni iniziali di Winston di Julia e O’Brien, siano in contrasto con il carattere dei due personaggi, quale si rivela successivamente. La prima, infatti, inizialmente ritenuta una Psicopoliziotta, è invece un’oppositrice al Partito del Grande Fratello, costretta a fingere, proprio come il protagonista, e intenzionata a ribellarsi al sistema che la opprime. Il secondo al contrario, ritenuto inizialmente della sua stessa idea politica e addirittura un membro della Fratellanza, un’associazione segreta che vuole distruggere il Grande Fratello, finisce per dichiararsi come uno dei massimi dirigenti del regime, che in seguito li catturerà e li torturerà.
Essere visti sempre
Tommaso, Giuseppe, Jacopo, Elena, Matteo
Il passo riportato è successivo alla
descrizione dell’ingresso del protagonista nel suo appartamento e alla spiegazione
dei meccanismi adottati dalla Psicopolizia per controllare la popolazione.
L’edificio nel quale vive il magro, un po' macilento Winston, è privo di un ascensore funzionante e lo obbliga a scendere faticosamente
le scale. All’interno e all’esterno delle abitazioni, unico elemento di diversificazione di un paesaggio altrimenti uniforme e grigio, campeggiano manifesti di varie dimensioni in cui risuonano le minacce del Grande Fratello ai cittadini, esposti al controllo continuo della Psicopolizia.
Gli elicotteri di quest’ultima sorvolano la città spiando
all’interno delle case, dove i teleschermi captano i minimi rumori e movimenti, in modo da osservare costantemente le azioni degli abitanti.
La casa, dunque, non è uno spazio privato. e Winston, come tutti, è perennemente osservato e spiato. Naturalmente, non era possibile sapere se e quando si era sotto osservazione. Con quale frequenza, o con quali sistemi, la Psicopolizia si inserisse sui cavi dei singoli apparecchi era oggetto di congettura. Si poteva persino presumere che osservasse tutti continuamente. Comunque fosse, si poteva collegare al vostro apparecchio quando voleva. Dovevate vivere (e di fatto vivevate, in virtù di quell'abitudine che diventa istinto) presupponendo che qualsiasi rumore da voi prodotto venisse ascoltato e qualsiasi movimento — che non fosse fatto al buio — attentamente scrutato.
I cittadini sono pertanto inconsapevoli di quando e come avvenga lo spionaggio da parte della Psicopolizia, che ha il compito di osservare
le persone attraverso i teleschermi provvisti di telecamere deputate a sorprendere qualsiasi forma di psicoreato. Non esistono leggi o
documenti che definiscano lo psicoreato, ma esso è semplicemente una forma di
insubordinazione inaccettabile, che si può manifestare anche attraverso comportamenti impercettibili. Impossibile capire quando la Psicopolizia effettui il suo controllo, tanto da portare ognuno a stare sempre in guardia, supponendo di
essere costantemente osservato. Il potere del Partito consiste peraltro proprio in
questo: nell’infondere terrore continuamente. L’unico modo per imporre il
potere su qualcuno è farlo soffrire, infliggendogli dolore, umiliandolo.
Imporre il potere significa ridurre a pezzi la mente altrui, per poi
rimetterla insieme nella forma che ci sembrerà più opportuna. La gente vive con la consapevolezza che ogni minimo movimento o rumore può condannarla
all’inesistenza. Quell’abitudine che diventa istinto a
comportarsi in modo impeccabile in un mondo senza leggi scritte, dove nulla era
impedito e allo stesso tempo tutto era psicoreato.
Il passo riportato, fa riferimento alla psicopolizia, un’organizzazione statale che ha il compito di controllare tutte le persone attraverso teleschermi, facendo in modo che queste non commettano psicoreati. Per quanto Winston abbia un teleschermo in casa come tutti, grazie a una rientranza nel muro, originariamente concepita per inserire un armadio, riesce a preservarsi dalla continua sorveglianza. In quello spazio inserisce una scrivania e, dopo aver comprato in una bottega antiquaria un quaderno ben rilegato, ovvero un atto non ancora delittuoso ma non incoraggiato, inizia a concepire e scrivere una sorta di cronaca quotidiana, che s'immagina destinato a essere letta dai posteri o da O’Brien. In Oceania non c’erano leggi, ma molte azioni, come comprare oggetti dei prolet o non destinati ai membri del partito, erano mal viste e, se scoperti nel compierle, si rischiava di essere messi sotto stretto controllo dalla psicopolizia e diventare una “non-persona”.
Come si evince, tra l'altro, da quello che Winston annota nel diario, il romanzo è ambientato nel 1984 a Londra, che è la città più grande di Pista Uno, corrispondente alla Gran Bretagna. Lo stato di cui fanno parte è L’Oceania, una delle tre superpotenze creata in seguito alla guerra atomica degli anni cinquanta. L’Oceania è formata dalle Americhe, dall'Oceania, dalla Gran Bretagna, unico territorio europeo e da alcune parti dell’Africa occidentale e del sud. Non si sa quale sia la capitale, ma a Londra sono situati i Ministeri dell’Amore, dell’Abbondanza e della Pace e della Verità. Winston lavora nel Ministero della verità e ha il compito di cambiare e riscrivere continuamente tutte le fonti scritte del passato che possano opporsi a quel che il Partito vuole fare credere. Alcuni degli slogan che sovrintendono il suo lavoro sono “La menzogna diventa verità e passa alla storia” e “Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato”. Per poter credere a ciò che viene imposto, l’unica forma di pensiero accettata è il bipensiero. A questo il protagonista non riesce ad adattarsi e diventa un oppositore del Partito. Un giorno però si trova a poca distanza da Julia, una ragazza del Ministero della Verità già intravista in altre occasioni, durante i due minuti d’odio, e inizia a nutrire un forte sentimento di avversione nei suoi confronti, dettata dal sospetto che sia una spia della psicopolizia. La sua vita cambia quando invece riceve un messaggio della ragazza, la semplice scritta “TI AMO”. Le difficoltà nell'incontrarsi non sono poche, ma si innamorano: in comune scoprono di avere il ripudio totale del partito. Per sostenere più animatamente e concretizzare la loro lotta contro il potere, provano ad entrare nella Confraternita, un'associazione di ribelli, e a farli entrare è un membro importante del Ministero, O'Brien. In realtà vengono catturati dopo poco dalla psicopolizia, di cui O’Brien è un membro. Winston e Julia sono condotti nel Ministero dell’Amore, dove vengono separatamente torturati a lungo, con l'obiettivo di condurli a condividere totalmente il bipensiero. Dopo tre fasi differenti di tortura e manipolazione, Winston è completamente trasformato: il processo di educazione al quale è stato sottoposto è coronato da successo. Rimesso in libertà, ama davvero il Grande Fratello, così come O'Brien aveva promesso che sarebbe accaduto, partecipando fino alla fine al processo di trasformazione sia di Winston sia di Julia in due perfetti abitanti della nuova società guidata dal Grande Fratello.
Dovere o essere, questo è il problema
Sara, Alberto, Lorenzo
Winston Smith vive in una fantasmatica Londra del 1984, rappresentazione distopica e pessimistica di quello che accadrebbe se l’uomo si sottraesse alla capacità di sviluppare un pensiero proprio. In questa città vi è un regime totalitario, amministrato secondo i principi dell’INGSOC, al cui comando è presente la figura del Grande Fratello. Infatti, l’intento del partito è proprio quello di eliminare le possibilità di pensiero autonomo, non solo per evitare l’opposizione al governo imposto, ma soprattutto per mantenere il pieno controllo sulla popolazione. Lo slogan che riecheggia in questa società è “La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza” che sottolinea l’intento del Grande Fratello di controllare e conformare la popolazione anche grazie al cosiddetto bipensiero. Grazie all’applicazione di questo principio, si riesce a mantenere il controllo sulla totalità delle cose in un mondo in cui Tutto svaniva nella nebbia. Il passato veniva cancellato, la cancellazione dimenticata, e la menzogna diventava verità.
I suoi sentimenti profondi di avversione al partito lo portano, quasi inconsapevolmente, ad acquistare un taccuino ben rilegato, uno dei pochi residui dell'antico che si vuole cancellare, nel quale comincia presto ad esprimerli. Tuttavia, non capisce chi sia il destinatario delle sue riflessioni fin quando non trova un possibile sostenitore della sua causa in O’Brien, un membro del partito interno.
Avverte per la prima volta un segnale negli occhi dell’uomo durante i due minuti d’odio, uno dei tanti espedienti del partito per far confluire l’odio delle persone verso un unico obiettivo, in modo che non abbiano altre valvole di sfogo. Winston si sente subito attratto da O’Brien, ma piuttosto che i suoi modi educati, attira la sua attenzione l’idea che possa essere non del tutto ortodossamente fedele al partito.
Si risveglia in lui il ricordo di un sogno vissuto anni prima nel quale, avvolto dal buio, aveva sentito una voce annunciargli "Ci incontreremo là dove non c'è tenebra”. Non ricorda quando è giunto a questa conclusione, ma è ormai certo che la voce udita nel sogno fosse quella di O’Brien.
Nella stessa occasione, durante i minuti d’odio, rimane particolarmente attratto da una ragazza mora che, al contrario di O’Brien, sembra provare una fedeltà esemplare verso il partito, come manifesta la fascia della lega giovanile antisesso che le avvolge la vita.
Per un lungo periodo Smith continua a vedere la ragazza in ottica negativa e le numerose occasioni in cui si incontrano arrivano a far nascere in lui il sospetto che si tratti di un agente della psicopolizia incaricata di seguirlo, perciò desidera addirittura la sua morte. A ribaltare la situazione è un incontro repentino e inaspettato poiché, mentre una mattina il protagonista si allontana dal suo cubicolo per recarsi in bagno, si imbatte nella ragazza che inciampa e precipita per terra. Dopo averla aiutata, realizza che gli abbia lasciato un foglietto nella mano, che legge solo una volta arrivato in un posto sicuro: il messaggio, sintetico e eloquente, suona “ti amo”.
Da quest’episodio ha inizio una relazione tra i due fatta di piccoli momenti di “libertà” lontano dai teleschermi, consapevoli che non potranno sfuggire a lungo alla psicopolizia. Trovano un luogo sicuro per incontrarsi nella bottega di antiquariato dove Winston aveva comprato il taccuino, ospitati dal proprietario del negozio, Charrington, che gli offre una stanza. La loro relazione e i loro rapporti sono pura contravvenzione al partito che non si interessa di indottrinare i cittadini solo per scongiurare il rischio di rivolte, ma non può sopportare la benché minima forma di pensiero autonomo o l'espressione di forti emozioni, anche se avviene nel privato.
Il primo scambio di parole con O’Brien si verifica in maniera analoga a quello che ha portato Winston a conoscere Julia, con lui che pensava di dover fare la prima mossa, ma viene colto di sorpresa. In un corridoio si trova faccia a faccia con O’Brien che attraverso un’astuta trovata riesce a guadagnare la sua fiducia. Infatti fa riferimento a Syme, un amico di Smith esperto in neolingua, che poco tempo prima era stato vaporizzato, cancellato dal partito come sempre accade con soggetti che sembrano anche solo minimamente fuorviare dalla rigida ortodossia o con menti troppo raffinate e sospette di poter (e voler) pensare autonomamente. Il bipensiero insegnato dal partito impone di accettare quella che viene promulgata come verità ufficiale e dimenticare qualunque informazione contrastante acquisita in precedenza. Così Syme dovrebbe essere stato dimenticato, proprio come se non fosse mai esistito, ma O’Brien, ricordandolo, dà mostra della sua apparente avversione al partito. I due si separano, ma non prima che O’Brien abbia lasciato a Winston l’indirizzo di casa sua, in modo da consegnarli la versione aggiornata del dizionario di neolingua, interpretato dal destinatario come un messaggio in codice per potersi trovare e parlare più al sicuro.
Si reca perciò a casa del possibile alleato insieme a Julia, e lì gli viene consegnato quello che O’Brien definisce l libro di Goldstein, un oppositore politico che il partito spesso utilizza come esempio di soggetto deprecabile, reo di tradimento, contenente l’intera storia dell’Oceania.
Proprio mentre Winston e Julia sono nel loro rifugio per leggere il libro, si verifica il colpo di scena, per quanto fosse ritenuta una certezza persino da parte dei due che prima o poi sarebbero stati arrestati, essendo lo psicoreato impossibile da nascondere. Infatti Charrington si rivela essere un agente della Psicopolizia che ha nascosto un teleschermo all’interno della loro stanza.
Vengono portati all’interno del ministero dell’Amore, l’imponente palazzo privo di finestre dove finiscono i nemici del partito. Dopo aver perso completamente la percezione del tempo, Smith si ritrova in una cella piena di altri sventurati, compresi i suoi vicini Ampleforth e Parsons. L’unica speranza che Winston nutre è quella di ricevere un aiuto da O’Brien, precisamente una lametta che gli dovrebbe essere recapitata, quando proprio quest’ultimo compare nell’affollatissima cella affermando di essere stato preso ormai da tempo.
Il racconto passa alla scena successiva con Winston che si risveglia su quello che sembra essere un lettino trovandosi di fronte agli occhi il volto di O’Brien. Ecco l’inizio delle infinite torture che gli vengono inflitte dall’uomo che credeva essere dalla sua parte nelle vesti del suo giustiziere. Attraverso interrogatori senza termine che lo portano a confessare atti che non ha mai compiuto, uniti a veri e propri pestaggi, conducono Smith fino all’orlo della sopportazione.
Non ricorda se in un momento di lucidità o di dormiveglia indotto da qualche medicinale, Smith viene raggiunto da un sussurro: “Non temere, Winston, sei sotto la mia protezione. Sono stato a sorvegliarti per sette anni. Ora siamo alla svolta decisiva. Io ti salverò, ti renderò perfetto”. Non arriva alla certezza che si tratti di O’Brien, ma la voce è certamente la stessa che nel sogno in cui si era immerso 7 anni prima gli aveva preannunciato: “Ci incontreremo là dove non c'è tenebra".
Ecco che comincia a realizzare cosa significhi per il partito là dove non c’è tenebra, ossia il momento in cui finalmente il libero pensiero sarà annullato, trasformando gli esseri umani in ingranaggi del sistema. Come gli aveva detto Syme “lo scopo principale a cui tende la neolingua è quello di restringere al massimo la sfera d'azione del pensiero”, così in futuro lo psicoreato sarebbe diventato addirittura impossibile, data l’assenza di termini per definirlo.
Winston sa bene quale sarà la sua fine, tutti i condannati prima o poi vengono uccisi, ma mentre viene sottoposto alla tortura delle scariche elettriche da O’Brien, si interroga sulla necessità di tutte queste indagini e sofferenze, se lo scopo finale resta l’annientamento del condannato.
Ancora una volta si sofferma ad ammirare la raffinata intelligenza di O’Brien che sembra leggergli nel pensiero. Egli definisce Smith un'imperfezione nel sistema e chiarisce le motivazioni che portano il partito all’accanimento contro i condannati. Innanzitutto l’attuale dittatura è impossibile da sovvertire perché è diversa da tutte quelle del passato e non può tollerare che un pensiero sbagliato esista in una parte qualsiasi del mondo, per quanto innocuo e recondito possa essere. Mentre in precedenza i ribelli venivano giustiziati proclamandosi contro l’ordine stabilito, morendo senza perdere i loro ideali e diventando martiri della loro causa, in questa nuova società l’eretico viene cambiato nel profondo, mondato e convertito. Dato che risulterebbe una sua vittoria essere ucciso riuscendo a mantenere la propria dottrina, allora il partito si ingegna di renderlo prima completamente fedele al Grande Fratello poiché, come afferma O’Brien, non può essere permessa alcuna deviazione, nemmeno in punto di morte.
Facendo nuovamente riferimento ai regimi totalitari del passato, dimostra così come quello dell’Oceania sia qualcosa di nuovo che nessuno riuscirà mai ad abbattere. Infatti, in precedenza, si imponeva ai cittadini il dovere di adeguarsi al governo, dovere che quindi non può influenzare i pensieri più reconditi degli individui, che obbediscono ma possono continuare a nutrire il loro dissenso interiore. Adesso si tratta di modificare l’interiorità dei cittadini, il comandamento non è più “tu devi!” o “tu non devi!”, ma “tu sei!”. Così viene annullato completamente il pensiero umano, nessuna “deviazione” è più possibile. E cosa sono degli esseri umani senza possibilità di pensiero autonomo? Niente più che dei gusci privati del loro contenuto naturale e riempiti, in questo caso dal partito, di dottrine indiscutibili e false verità. L’esempio che O’Brien fornisce a Winston è quello di Jones, Aaronson e Rutherford, tre uomini ritenuti colpevoli di gravi reati politici che, dopo essere spariti per un certo periodo, erano riapparsi in pubblico confessando le loro colpe e i loro tradimenti (dei quali non si erano veramente resi protagonisti) e mostrando un corpo indebolito, addirittura morente.
Tra le forti parole di O’Brien risulta interessante notare come spesso compaiano sinonimi, quei termini che dalla neolingua erano ritenuti inutili e quindi da eliminare. Ad esempio nel descrivere il percorso al quale va incontro ogni condannato nel ministero dell’Amore afferma: “Noi lo convertiamo, penetriamo nei suoi recessi mentali più nascosti, lo modelliamo da cima a fondo. Estinguiamo in lui tutto il male e tutte le illusioni, lo portiamo dalla nostra parte, anima e corpo, in conseguenza di una scelta sincera, non di mera apparenza”. Ecco che risulta spontaneo interrogarsi su quale sia la motivazione che spinge un ortodosso membro del partito non solo a non esprimersi seguendo le linee della neolingua, che Winston comprenderebbe, ma addirittura a fare uso di un linguaggio ampio e curato. Si potrebbe azzardare una spiegazione, affermando che sia stata l’ennesima intuizione dell’autore, in questo caso per voler lasciare aperto un piccolissimo spiraglio di luce nella negatività complessiva della trama, a suggerire come nel suo strato più profondo la natura umana sia indomabile e impossibile da annullare completamente. Infatti, potrebbe essere proprio quello stesso spirito che aveva portato Winston a cominciare a scrivere quel “qualcosa” che sentiva dentro di sé ad aver preso per un attimo il sopravvento nella mente di O’Brien. Questa resta certamente una suggestione, ma quello che rimane come una certezza è il legame tra natura umana e parola, che sia scritta o pronunciata ad alta voce, poiché sono entrambe dipendenti una dall’altra. Il monito di Orwell, ancora attuale e valido, deriva dalla sua esperienza diretta dei regimi totalitari del ‘900 e risulta ancor più drammatico a causa della vicinanza della proiezione nel futuro al momento della stesura.
Per chi scrivo?
Francesco, Federico, Filippo G., Eleonora
Il passo riportato si riferisce al momento in cui Winston comincia a scrivere il suo diario. Il protagonista, un trentanovenne biondiccio che non gode di ottima salute, vive sotto un regime totalitario di stampo socialista, il Socing, il cui controllo di massa arriva fin dentro le case attraverso l’utilizzo dei teleschermi. Questi sono apparecchi rettangolari incassati nei muri di abitazioni e infrastrutture, mediante i quali la polizia del Partito si accerta che le persone si attengano, in luoghi pubblici e privati, all’ortodossia proposta dal Partito. Le attività previste sono, oltre a quelle naturalmente necessarie, lavorare, e aderire ad iniziative propagandistiche. Tutte le eterodossie sono punite con la cosiddetta vaporizzazione: un processo che consiste in un improvviso rapimento di notte, cui fanno seguito lunghe torture, e che si conclude con la morte del soggetto, il cui nome viene quindi sistematicamente cancellato da ogni documento esistente. Se non vogliono incorrere in questa cancellazione totale, i sudditi del regime devono accettare di essere, dunque, degradati a macchine, la cui intera esistenza deve essere dedicata al servizio del partito. L’ambientazione del libro è Londra, ma non la frenetica metropoli a cui siamo abituati, bensì un luogo desolato, abitato da gente triste. Winston è appena tornato a casa, e decide di iniziare a scrivere su un prezioso diario, dalle pagine ancora bianche, la cui fattura era certamente precedente all’avvento del regime. La citazione del testo parte proprio nel momento in cui Winston sta per compiere un gesto trasgressivo e punibile.
L'illegalità dell'atto è connessa con la tipologia di società di cui si tratta, volta appunto a controllare ogni singola azione dei cittadini, con un fondamentale obiettivo: cercare di comunicare con il futuro. Solo nel momento in cui inizia a scrivere, si rende conto della quasi impossibilità di raggiungere il suo scopo, in quanto tutto ciò che scrive potrebbe risultare inutile perché, se il futuro fosse stato uguale al presente, non l’avrebbe ascoltato nessuno e viceversa, se fosse stato diverso, le sue parole non avrebbero avuto alcun fine perché prive di ogni utilità, se non quella strettamente documentaria.
Il Partito, nel mondo di 1984, ha abolito completamente le leggi, ritenendo se stesso ab solutus, senza vincoli. Le leggi nelle dittature, che Orwell nel corso della sua vita ha fortemente criticato, ci sono ma servono come facciata, per rassicurare i sudditi in merito al fatto che, malgrado il totalitarismo, nella nazione permangono la legalità e il diritto; queste dittature, insomma, ammantano di giustizia un regime ingiusto, che ingiusto rimane poiché si legifera seguendo la propaganda e gli interessi del regime, non quelli del popolo. In Oceania, invece, Orwell immagina che il governo non abbia bisogno di questa maschera. Il suo intento è quello di togliere tutti i riferimenti alle persone, sia quelli legali, in modo tale da far perdere la consapevolezza della propria dignità inalienabile che garantisce i diritti all’essere umano, sia quelli connessi con la memoria storica, affinché nessuno sappia come si viveva prima e non abbia un motivo per ribellarsi contro il regime, dato che “non puoi desiderare ciò che non conosci”. Le persone diventano massa, perdono la loro individualità. La società descritta non è pertanto che la massima espressione di tutte quelle tendenza perniciose che Orwell osservava al suo tempo.
Non essendoci più leggi, non esiste una linea che separi le azioni giuste e ingiuste, dal punto di vista puramente legale. Tutto è basato sulle sensazioni personali e sull’intuizione, facendo esistere solo azioni compromettenti e azioni che non lo siano. Questo sistema porta l’uomo che vuole vivere legalmente alla paranoia, all’agire in ogni ambito, ogni giorno nel modo perfetto, come una macchina. L’unico luogo in cui è concessa la libertà sono quei pochi centimetri cubi all’interno del cranio.
Il tempo è sempre chiaro, con qualche incertezza, tranne nel periodo in cui Winston è prigioniero nel Ministero dell’Amore, in cui lui stesso ammette di non distinguere giorno e notte e di non capire da quanto tempo si trovi lì. Per il resto Winston, durante la narrazione, è sicuro di avere 39 anni e, essendo nato nel 1944 o 1945, è possibile fissare una data abbastanza certa, con un’approssimazione di uno o due anni. Tuttavia, non solo la data esatta non è certa, ma tutto il passato. Infatti, la società totalitaria del tempo è riuscita a distruggere quest’ultimo modificando o distruggendo alcuni documenti, e la menzogna diventa facilmente verità, poiché i cittadini pensano cosa il partito vuole far pensare. Viene distrutta così anche la coscienza individuale delle persone. Winston esegue una ricerca sul passato con l’obiettivo di rovesciare la società per analizzare meglio i metodi del partito e per conoscere meglio il suo nemico.
Nella citazione si fa riferimento alla nuova lingua introdotta dal partito, la neolingua, caratterizzata dall’assenza di tutti i termini che vengono considerati superficiali, che conferiscono sfumature agli scritti e che procurano molteplici intendimenti alle parole. Questo idioma, in linea con il pensiero totalitario del partito, si pone come obiettivo l’annullamento del pensiero, ogni termine viene ridotto al massimo senza lasciare spazio a nient’altro, annullando così una qualsiasi possibile forma di eterodossia. Infatti le parole potrebbero costituire una potente arma, sollevare le masse e addirittura provocare il rovesciamento del partito, perciò meglio eliminarle quasi tutte. Grande fanatico di questa lingua si rivela essere ‘’l’amico’’ del protagonista Syme, che con grande entusiasmo si presta a raccontargli tutte le sue teorie, sempre in linea con quelle del Socing. Agli occhi del partito, però, si rivela essere un uomo troppo intelligente per vivere e verrà quindi vaporizzato.
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