8 febbraio - Lucrezio - Epicuro e Ifigenia - nulla nasce dal nulla e nulla torna al nulla (da riprendere il 15)
Humana ante oculos foede cum vita iaceret
in terris oppressa gravi sub religione,
horribili super aspectu mortalibus instans, 65
primum Graius homo mortalis tollere contra
est oculos ausus primusque obsistere contra;
quem neque fama deum nec fulmina nec minitanti
murmure compressit caelum, sed eo magis acrem
inritat animi virtutem, effringere ut arta 70
naturae primus portarum claustra cupiret.
Ergo vivida vis animi pervicit et extra
processit longe flammantia moenia mundi
atque omne immensum peragravit mente animoque,
unde refert nobis victor quid possit oriri, 75
quid nequeat, finita potestas denique cuique
qua nam sit ratione atque alte terminus haerens.
Quare religio pedibus subiecta vicissim
obteritur, nos exaequat victoria caelo.
Illud in his rebus vereor, ne forte rearis 80
impia te rationis inire elementa viamque
indugredi sceleris. Quod contra saepius illa
religio peperit scelerosa atque impia facta.
Aulide quo pacto Triviai virginis aram
Iphianassai turparunt sanguine foede 85
ductores Danaum delecti, prima virorum.
Cui simul infula virgineos circum data comptus
ex utraque pari malarum parte profusast,
et maestum simul ante aras adstare parentem
sensit et hunc propter ferrum celare ministros 90
aspectuque suo lacrimas effundere civis,
muta metu terram genibus summissa petebat.
Nec miserae prodesse in tali tempore quibat,
quod patrio princeps donarat nomine regem;
nam sublata virum manibus tremibundaque ad aras 95
deductast, non ut sollemni more sacrorum
perfecto posset claro comitari Hymenaeo,
sed casta inceste nubendi tempore in ipso
hostia concideret mactatu maesta parentis,
exitus ut classi felix faustusque daretur. 100
Tantum religio potuit suadere malorum.
E non mi sfugge nell’animo che è difficile spiegare in versi latini le ardue scoperte dei Greci, soprattutto perché si devono trattare molte cose con termini nuovi a causa della povertà della lingua e la novità degli argomenti; 140 tuttavia però il tuo ingegno e la sperata gioia della tua dolce amicizia mi spingono ad affrontare qualunque fatica e mi inducono a vegliare nelle notti serene, cercando con quali parole e con quale canto io possa appunto offrire una vivida luce alla tua mente, 145 con cui tu possa esaminare sino in fondo le segrete cose. E’ necessario pertanto che non i raggi del sole né i luminosi dardi del giorno dissipino questo terrore dell’animo e le sue tenebre, ma la conoscenza razionale della natura. L’inizio della quale a questo punto avrà per noi come esordio 150 che nessuna cosa mai nasce dal nulla per intervento divino. Proprio perché così la paura si impadronisce di tutti i mortali, perché scorgono che si verificano molti fenomeni in terra ed in cielo, fatti di cui in nessun modo possono vedere le cause e pensano che accadano per intervento divino. 155 per la qual cosa, quando avremo visto che nulla può essere creato dal nulla, allora quindi con maggior sicurezza comprenderemo quello che già indaghiamo, sia da dove ogni cosa può essere creata sia in che modo ognuna si genera senza l’intervento degli dei. Se infatti nascessero dal nulla, ogni specie potrebbe nascere 160 da ogni cosa e nulla avrebbe bisogno di un seme. Per prima cosa gli esseri umani potrebbero sortire dal mare, la specie dei pesci dalla terra, e gli uccelli slanciarsi fuori dal cielo; gli armenti e l’altro bestiame, ogni specie di fiere, con una nascita casuale vivrebbero in luoghi coltivati e deserti. 165 E non sarebbe solito trovare gli stessi frutti sugli alberi, ma si scambierebbero, e tutti potrebbero produrre tutto. Perché se non ci fossero per ogni cosa gli elementi generatori, come potrebbe esserci per le cose un preciso principio creatore? Ma ora poiché ogni cosa trae origine da semi sicuri, 170 da cui nasce ed esce nelle regioni della luce, dove si trovano la materia e gli elementi primi di ognuna; e perciò ogni cosa non può nascere da tutte, poiché in esseri determinati si trova un particolare potere. Inoltre, perché vediamo generarsi in primavera la rosa, con il calore il grano, 175 l’uva quando l’autunno l’invita, se non perché tutto ciò che viene creato, si manifesta allorché atomi precisi si trovano combinati a tempo giusto, mentre la stagione è favorevole, e la terra piena di vita fa spuntare senza pericolo i teneri esseri nelle regioni della luce? 180 Che se nascessero dal nulla, spunterebbero all’improvviso in tempi non ben precisi ed in stagioni controindicate, dal momento che non ci sarebbe alcun elemento primordiale che potessero essere tenuto lontano dal connubio fecondatore in un momento non indicato.
Nulla torna al nulla (215-238)
215 A questo si aggiunge che la natura di nuovo dissolve ogni cosa nei suoi elementi, e non riduce gli esseri al nulla. Infatti, se qualcosa fosse mortale in tutte le parti, ogni cosa, toltaci all’improvviso alla vista, perirebbe. Non ci sarebbe infatti bisogno di nessuna forza che fosse in grado di provocare 220 la disgregazione nelle sue parti e scioglierne i legami. Che se, poiché i singoli esseri risultano composti di materia eterna, finché non è sopraggiunta una forza che li separi con un colpo o penetri all’interno attraverso il vuoto e li dissolva, la natura non permette che si veda la scomparsa di alcunché. 225 Inoltre il tempo fa sparire ogni cosa per la vecchiaia, se la distrugge annientando completamente tutta la materia, da cui Venere riconduce alla luce della vita le specie animali, razza dopo razza, o, dopo averle ricondotte, da dove la terra ingegnosa le nutre e le fa crescere offrendo i pascoli specie dopo specie? 230 Da dove le sorgenti native ed i fiumi esterni riforniscono da lontano il mare? Da dove l’etere alimenta gli astri? Infatti il tempo infinito già trascorso ed i giorni dovrebbero aver distrutto ogni cosa che risulta di una materia mortale. Che se in quel tempo e nell’età già trascorsa esistettero (elementi) 235 da cui risulta composto questo mondo ripristinato, senza dubbio sono dotati di una natura immortale; pertanto ogni cosa non può tornare nel nulla.
Qual è la finalità, sottolineata da Lucrezio, della conoscenza garantita dalla fisica epicurea?
Riscrivi, sintetizzando, la traduzione dei versi sopra proposta.
Indica i termini latini corrispettivi a atomi, vuoto, cosmo (ricerca sul web)
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