DOMANDE PER ESERCITARSI IN VISTA DELLA VERIFICA del 15 febbraio

 1) Da che cosa deriva l'interesse umanista e rinascimentale per la morale e quali forme assume? (nella risposta non bisogna utilizzare preamboli, ad esempio NON BISOGNA RIPRENDERE la domanda, ma passare subito al contenuto essenziale) 5 righe 15'

Ecco la parte di dispensa che consente di dare la risposta:

Natura è ovunque, dentro e fuori di noi, quindi l’imperativo categorico di comprenderla rientra nella sfera delle azioni morali, azioni che possono indirizzare e guidare il modo di stare al mondo di singoli e collettività. Agli umanisti, come a seguire ai rinascimentali, la morale interessa molto. In questo nessuna differenza tra loro e nemmeno rispetto agli antichi. L’ossessione dei boni viri si manifesta peculiarmente negli scritti politici di Cicerone, e continua a essere un interesse privilegiato anche nei secoli che seguono il medioevo. Si  tratta per esempio di convincersi, di trovare prove convincenti, del fatto che attraverso lo studio e la conoscenza si possa arrivare a comportarsi secondo bonum e utile, quindi si possa diventare esempi per gli altri e, attraverso una circolazione positiva, giungere a creare una societas dove regni davvero l’eudaimonìa, la felicità.

2) E perché Dante dice  che non fa scienza sanza lo ritenere lo havere inteso - io ho notato quello di che per la loro conversazione ho fatto capitale, e composto uno opuscolo  De principatibus; dove io mi profondo quanto io posso nelle cogitazioni di questo subietto, disputando che cosa è principato, di quale spezie sono, come e' si acquistono, come e' si mantengono, perché e' si perdono. (Lettera al Vettori)

Riscrivi il testo in italiano moderno. 5'

3) E gli uomini hanno men rispetto di offendere uno che si facci amare, che uno che si facci temere; perchè l’amore è tenuto da un vincolo di obbligo, il quale, per essere gli uomini tristi, da ogni occasione di propria utilità è rotto; ma il timore è tenuto da una paura di pena, che non abbandona mai. Deve nondimeno il Principe farsi temere in modo, che, se non acquista l’amore, e’ fugga l’odio, perchè può molto bene stare insieme esser temuto, e non odiato; il che farà, semprechè s’astenga dalla roba de’ suoi cittadini, e de’ suoi sudditi, e dalle donne loro. (cap. XVII, Della crudeltà e clemenzia; e se egli è meglio essere amato, che temuto.

Riproduci i concetti espressi in questo passo e riconducili a una visione basilare di Machiavelli. 20'

Dato che gli uomini sono malvagi (tristi) l'amore è un vincolo che si spezza facilmente in presenza di un utile cogente; il timore della pena,  invece,  è un forte vincolo. Così al principe conviene essere temuto ma non odiato, evitando per esempio di commettere infamie a danno dei suoi sudditi. La visione basilare è quella  dell'uomo incline al male, pur considerando il fatto che egli sia provvisto di una natura aperta (alla razionalità come all'irrazionalità), rimasta tale nel corso dei secoli.

4) A che cosa si adatta Lucrezia nella Mandragola e in che senso questa è una virtù anche politica? 10'


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