IMPARARE A INFORMARSI - LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

L'argomento che intendo approfondire è connesso con il tema, ampiamente trattato dai media in questo periodo, della VIOLENZA CONTRO LE DONNE (parole connesse: femminicidi, violenze sessuali, abusi, discriminazioni, parità di diritti).
Voglio fare un percorso di avvicinamento all'argomento che consenta di inquadrarlo dapprima da un punto di vista LEGISLATIVO (leggi in vigore) poi da un punto di vista ETICO E PRATICO (stralci dal testo Abbiamo un piano)

IL PUNTO SULLA LEGISLAZIONE

  • Articolo 3 della Costituzione, approvato in Assemblea costituente il 24 marzo 1947: uomo e donna sono uguali di fronte alla legge (nel 1945 viene anche introdotto il suffragio universale).
  •  Nel 1950 viene introdotta la legge sulla tutela fisica e economica delle lavoratrici madri (divieto di licenziamento dall'inizio della gestazione fino al compimento del 1° anno di età del bambino; tutela della salute fisica delle donne incinte, esentate da lavori pesanti e potenzialmente pericolosi per la gestazione). 
  • Nel 1963 il Parlamento approva l'abolizione della clausola del nubilato (che permetteva, per contratto lavorativo, di licenziare una donna se si fosse sposata; dal canto loro le donne s'impegnavano a non sposarsi, perché la vita matrimoniale avrebbe sottratto energie al lavoro)  e riconosce la dignità al lavoro domestico, che inizia a essere tutelato con l'introduzione di un'assicurazione volontaria per le pensioni delle casalinghe, regolamentata dall'Inps, l'istituto nazionale di previdenza sociale; dal 1999 tale assicurazione è obbligatoria e comprende anche una tutela antiinfortunistica). 
  • Una legge del 1971 introduce l'astesione facoltativa dal lavoro per 6 mesi prima del parto e obbligatoria per 3 dopo il parto.
  • Nel 1987 viene riconosciuta  un'indennita giornaliera di maternità; nel 1998 sono introdotte altre misure contributive per tutelare la maternità, l'assegno di maternità e l'assegno ai nuclei familiari. 
  • Nel 2000 sono state introdotte nuove disposizioni per il sostegno alla genitorialità di madri e padri, per il diritto alla cura della prole, in armonia con esigenze di maternità e paternità; dal 2012 è possibile il babysitting ossia optare in quanto madri lavoratrici, in alternativa al congedo parentale, per contributi economici da destinare all'assistenza da parte di persone terze dei bambini durante l'orario lavorativo. Successivamente è stato amche introdotto il congedo di paternità, alternativo a quello di maternità, con possibilità di estensione temporale in circostanze di necessità.
  • Dall'inizio degli anni 2000 le donne sono ammesse nelle forze armate e nella guardia di finanza. 
  • Una legge del 2011 ha introdotto le cosiddette quote rosa, l'obbligo per le amministrazioni pubbliche e per i privati di destinare una quota di assunzioni determinata e congrua alle donne. si tratta delle pari opportunità. La necessità di  promuovere equilibrio nella rappresentaza di genere è stato ribadito anche nella formazione dei consigli e delle giunte regionali e locali (2012). 
  • Dal 2006 aziende pubbliche e private con più di 100 dipendenti devono almeno ogni due anni fornire un rapporto sulla situazione del personale maschile e femminile (numeri di assunzioni, scatti di carriera e aumenti stipendiali, formazioni professionali, licenzialenti, mobilità, pensionamenti  suddivisi in base al genere). 
IL PUNTO SULL'ETICA E LA PRATICA
Dalla sintesi del manifesto di Non Una Di Meno - Abbiamo un piano

LIBERE DI EDUCARCI.

Il femminismo si fa (a) scuola 
Scuola e università sono luoghi primari di contrasto alle violenze di genere. Per questo chiediamo:
  • formazione in materia di prevenzione della violenza di genere, mediazione dei conflitti ed educazione alle differenze per insegnanti, educatori ed educatrici;
  • revisione dei manuali e del materiale didattico adottati nelle scuole di ogni ordine e grado e nei corsi universitari, perché la scuola non contribuisca più a diffondere una visione stereotipata e sessista dei generi e dei rapporti di potere tra essi;
  • abolizione della Legge 107/15 e della riforma Gelmini e apertura di un processo dal basso di scrittura delle riforme di scuola e università, che preveda anche la rimodulazione dei contenuti e dei programmi;
  • finanziamenti pubblici e strutturali per i settori settore dell'educazione, della formazione e della ricerca, dal nido all'università.[...]
  • LIBERE DI DECIDERE SUI NOSTRI CORPI. 
    Consideriamo la salute come benessere psichico, fisico, sessuale e sociale e come espressione della libertà di autodeterminazione.
    • L’obiezione di coscienza nel servizio sanitario nazionale lede il diritto all’autodeterminazione delle donne, vogliamo il pieno accesso a tutte le tecniche abortive per tutte le donne che ne fanno richiesta;
    • Chiediamo la garanzia della libertà di scelta delle donne attraverso la promozione della cultura della fisiologia della gravidanza, del parto, del puerperio e dell’allattamento e che la violenza ostetrica venga riconosciuta come una delle forme di violenza contro le donne che riguarda la salute riproduttiva e sessuale.
    • Siamo contrarie alle logiche securitarie nei presidi sanitari: riteniamo inadeguati e dannosi interventi di stampo esclusivamente assistenziale, emergenziale e repressivo, che non tengono conto dell’analisi femminista della violenza come fenomeno strutturale e vogliamo équipe con operatrici esperte
    • Vogliamo consultori che siano spazi laici. Politici, culturali e sociali oltre che socio-sanitari. Ne promuoviamo il potenziamento e la riqualificazione attraverso l’assunzione di personale stabile e multidisciplinare. Incoraggiamo l'apertura di nuove e sempre più numerose consultorie femministe e transfemministe, intese come spazi di sperimentazione, auto-inchiesta, mutualismo e ridefinizione del welfare [...]
    • LIBERE DALLA VIOLENZA ECONOMICA, DALLO SFRUTTAMENTO E DALLA PRECARIETÀ. Strumenti economici per autodeterminarci
      • Per superare la violenza di genere nella crisi vogliamo strumenti e misure in grado di garantire l’autodeterminazione e l’autonomia delle donne, antidoti alla violenza data da dipendenza economica, sfruttamento e precarietà;
      • Chiediamo salario minimo europeo e reddito di base incondizionato e universale come strumenti di liberazione dalla violenza, dalle molestie e dalla precarietà.
      • Vogliamo un welfare universale, garantito e accessibile, politiche a sostegno della maternità e della genitorialità condivisa;
      • Riaffermiamo l’importanza di costruire reti solidali e di mutuo soccorso contro l’individualismo e la solitudine
      • Nel dare nuovi significati alla pratica dello sciopero, oltre a quello sindacale, rilanciamo lo sciopero globale delle donne come sciopero dei e dai generi e dal lavoro produttivo e riproduttivo. [...]




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