SCHEDA GILGAMESH SARA C.

Nel prologo,  il poeta Sinleqiunnini dice di voler raccontare al mondo intero le vicende dell’eroe Gilgamesh, perché riguardano  l’umanità intera: esse sopravviveranno per secoli fra tutti i popoli della Mesopotamia.  

Gilgamesh è, all’inizio della narrazione, un giovane re aggressivo, irrequieto e senza rivali: non è certo ancora il re saggio che diventerà, grazie a un percorso di informazione lungo e complesso. Egli è però destinato alla gloria fin dalla nascita. È per due terzi dio e per un terzo uomo, è orgoglioso e forte. Il suo corpo è stato disegnato perfetto e splendente dalla dea madre Math. 

Gilgamesh compie gesta importanti, come andare alla ricerca di paesi lontani,  scoprire e vedere cose segrete e nascoste ai più, nonché  raccontare le leggende nate prima del diluvio universale.  Come forma imperitura di testimonianza, tutte le sue fatiche saranno incise per sua volontà su una stele di pietra.      
Egli, da re preoccupato e interessato alla sicurezza e al benessere di Uruk, la sua città, durante il suo regno concorre a renderla ricca, forte e splendida: costruisce l’Eanna (“casa del cielo”) un complesso templare-santuario dedicato agli dei, le imponenti mura dotate di torri che la circondano e fornisce l’acqua attraverso la costruzione di cisterne. 
Nella sua vita sperimenta spesso la sofferenza, a dimostrazione del fatto che sia un uomo, per quanto destinato alla gloria,  a essere un eroe e una guida per i suoi sudditi. 
Inoltre è anche un viaggiatore: attraversa gli Oceani e raggiunge, in un luogo remoto, Utanapishtim, colui che sopravvisse al diluvio universale e diventò immortale. Una sorta di “antenato di tutti”, nella cui anima alberga profonda saggezza.  
 Alla fine compare un ultimo insegnamento, destinato a chi conoscerà le sue avventure:  Gilgamesh è angosciato dall’idea della morte, perciò arriva ai confini del mondo per cercare la vita eterna, ma il suo viaggio non va a buon fine. Anche questa esperienza però lo aiuta a maturare, a diventare quel saggio valoroso re ch’era destino egli fosse.  

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