DALL'ANNO DELLA LEPRE - IL GIORNALISMO

Però, che ufficio, e che lavoro il suo! Una rivista che denunciava apertamente i soprusi notori della società, tacendo però ostinatamente su tutte 18 le sue reali tare. In copertina, settimana dopo settimana, non si vedevano che facce di vitelloni, di miss, di modelle, degli ultimi rampolli di famiglie di musicanti. Quando era più giovane, Vatanen era felice di fare l’inviato di un grande giornale, contento soprattutto di avere l’occasione di intervistare delle persone incomprese, nel migliore dei casi vittime di qualche oppressione statale. Gli pareva, allora, di fare un buon lavoro, certi abusi, almeno, diventavano di pubblico dominio. Ma ormai, con il passare degli anni, non si illudeva più di fare qualcosa di utile. Si limitava a fare quello che gli chiedevano, senza neanche cercare di esprimere dubbi o critiche. I suoi colleghi, frustrati e cinici, facevano come lui. Qualsiasi dottoruccio da strapazzo, esperto di marketing, poteva dire ai redattori che tipo di articoli si aspettava l’editore, e loro lo scrivevano. Il giornale andava bene, ma l’informazione non passava, veniva annacquata, camuffata, ridotta a una storiella superficiale. Bella professione! (Arto Paasilinna, L'anno della lepre, ed. Iperborea)

Commenti

Post popolari in questo blog

IL SORRISO - RIASSUNTO MODELLO (CIRCA 200 PAROLE)

LA CARRIOLA DI PIRANDELLO: RIASSUNTO E COMMENTO

DOMANDE E RISPOSTE ODISSEA VOSTRE (corretto)