OEDIPUS REX CON TESTO DA TRADURRE/ANALIZZARE PER IL 28 OTTOBRE

Igor Stravinskij, compositore, pianista e direttore d'orchestra russo (Lomonosov, 1882), naturalizzato francese nel 1934 e divenuto statunitense nel 1945, ha composto balletti (La sagra della primavera, L'uccello di fuoco, Petruska) negli anni '10 del Novecento, opere, sinfonie, musica da camera, collaborando con molti artisti dell'epoca, poeti e pittori. Risale al 1926 - 1927 la composizione dell'opera oratorio Oedipus rex,  su libretto del drammaturgo e poeta Jean Cocteau il quale, ispirandosi a Sofocle, lo scrisse in francese, per poi affidarne la traduzione in latino al teologo e cardinale Jean Daniélou. La denominazione opera-oratorio risale al fatto di aver scelto di ridurre al minimo qualunque apparato scenico (proprio dell'opera), in modo da rendere possibile l'esecuzione in una sala da concerto.  I coristi, con un cappuccio in testa, dovevano stare seduti in un'unica fila e essere parzialmente nascosti da pannelli scultorei. I cantanti erano disposti su pedane di altezze diverse, apparendo e scomparendo attraverso botole. Scrive in didascalia Stravinsky che i personaggi devono sembrare statue parlanti. Unico sempre presente è Edipo. Un narratore in abito da sera moderno contribuisce a un effetto di straniamento,  anticipando agli ascoltatori gli eventi che vengono poi cantati. La  prima esibizione pubblica  fu proposta  a Parigi nel 1927. 

PROLOGO
NARRATORE

State per ascoltare una versione in latino di Edipo Re. Per evitare di affaticarvi l'udito e la memoria e poiché nell'opera oratorio le scene sono fissate in una certa monumentalità, io discretamente vi anticiperò i momenti salienti del dramma di Sofocle.

Senza esserne cosciente Edipo è alle prese col volere imperscrutabile ed arbitrario degli dei che fin dalla nascita gli tendono un laccio che voi qui vedrete stringersi inesorabilmente.

Ecco il dramma: la città, di Tebe è malata, spaventata. Dopo la Sfinge, la peste. Il coro supplica Edipo di salvare la sua città. Edipo, colui che ha vinto la Sfinge, promette.


CORO

Caedit nos pestis,

Theba peste moritur.

E peste serva nos

qua Theba moritur.

Oedipus, adest pestis;

e peste libera urbem,

urbem serva morientem.

EDIPO

Liberi, vos liberabo a peste.

Ego clarissimus Oedipus vos diligo,

eg' Oedipus vos servabo.

CORO

Serva nos adhuc,

serva urbem, Oedipus;

serva nos, clarissime Oedipus!

Quid faciendum, Oedipus,

ut liberemur?

EDIPO

Uxoris frater mittitur

oraculum consulit,

deo mittitur Creo;

oraculum consulit,

quid faciendum consulit.

Creo ne commoretur.

CORO

Vale, Creo! Audimus.

Vale, Creo! Cito, cito.

Audituri te salutant.

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