INTRODUZIONE A PETRARCA (lezione del 16 maggio)
SINTESI A INTRODUZIONE A PETRARCA
· La vita di Petrarca si dipana fra svariati luoghi, come s’addice a una personalità interiormente assai contrastata: Arezzo (dove nasce nel 1304, da una famiglia di condizione borghese originaria di Firenze: il padre Petracco, notaio, era stato mandato in esilio dai guelfi neri impadronitisi del potere), Avignone, Montpellier, Bologna. A fine anni ’20 prende gli ordini minori e inizia un’intensa vita di viaggi (biblioteche).
· Petrarca trova una sorta di suo rifugio un buen retiro a Vaucluse, presso le sorgenti del Sorga, non lontano da Avignone (otium).
· Come negotium, sfrutta il suo prestigio d’intellettuale (nel 1341 viene incoronato poeta in Campidoglio con una solenne cerimonia) per perorare alcune cause politiche (ritorno del papa a Roma, stabilimento dell’autorità imperiale in Italia; si appassiona per Cola di Rienzo.
· Pur di stare lontano dalla curia avignonese resta per lunghi periodi in Italia, presso i Visconti a Milano, presso i da Correggio e i da Carrara nel ’61 a Venezia, e infine ad Arquà, sui colli Euganei, vicino a Padova, dove trascorre anni sereni fino alla morte nel 1374.
· Petrarca rappresenta molto bene un’epoca di passaggio: è sia ancora un po’ intellettuale medievale sia già intellettuale dell’umanesimo.
· Focus sull’HUMANITAS. Cultura romana: dalle antiche origini (humani nihil a me alienum puto, che risuona nella commedia Heautontimorumenos di Terenzio) al contributo di Cicerone (Pro Archia). Concetto filosofico: V sec. a.C., Protagora: “l’uomo è la misura di tutte le cose (chrémata) che sono utili per lui” fino a humanitas come valore morale, filantropia, comitas (affabilità), benignitas e clementia. Humanitas come valore culturale, qualità del bonus vir, solo tra gli esseri umani a possedere la qualità dell’“educazione”, la paideia, che si ritiene consistere nella eruditio e l’institutio in bonas artes; dunque aristocratica doctrina ed urbanitas dei pur humanissimi homines (poi, appunto, umanisti)
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