OVIDIO PER MERCOLEDI' 19 OTTOBRE vv. 113-150

Tradurre solo gli otto versi  sottolineati, ma  senza utilizzare la traduzione fornita, e analizzarli. Prepararsi a rispondere a domande tratte dal lavoro realizzato la volta scorsa, che pubblico su post successivo. Leggere con attenzione l'intera parte sotto riportata, compresi (in traduzione) i versi che seguono quelli sottolineati.                  


                         Postquam, Saturno tenebrosa in Tartara misso,

sub Iove mundus erat, subiit argentea proles,

115auro deterior, fulvo pretiosior aere.

Iuppiter antiqui contraxit tempora veris

perque hiemes aestusque et inaequalis autumnos

et breve ver spatiis exegit quattuor annum.

Tum primum siccis aër fervoribus ustus

120canduit et ventis glacies adstricta pependit.

Tum primum subiere domos; domus antra fuerunt

et densi frutices et vinctae cortice virgae.

Semina tum primum longis Cerealia sulcis

obruta sunt pressique iugo gemuere iuvenci.

125Tertia post illam successit aenea proles,

saevior ingeniis et ad horrida promptior arma,

non scelerata tamen. De duro est ultima ferro;

protinus in rupit venae peioris in aevum

omne nefas; fugere pudor verumque fidesque,

130in quorum subiere locum fraudesque dolique

insidiaeque et vis et amor sceleratus habendi.

Vela dabant ventis neque adhuc bene noverat illos

navita quaeque diu steterant in montibus altis

fluctibus ignotis insultavere carinae

135communemque prius, ceu lumina solis et auras,

cautus humum longo signavit limite mensor.

Nec tantum segetes alimentaque debita dives

poscebatur humus; sed itum est in viscera terrae

quasque recondiderat Stygiisque admoverat umbris

140effodiuntur opes, inritamenta malorum.

Iamque nocens ferrum ferroque nocentius aurum

prodierat; prodit bellum, quod pugnat utroque

sanguineaeque manu crepitantia concutit arma.

Vivitur ex rapto; non hospes ab hospite tutus,

145non socer a genero; fratrum quoque gratia rara est.

Imminet exitio vir coniugis, illa mariti;

lurida terribiles miscent aconita novercae;

filius ante diem patrios inquirit in annos.

Victa iacet pietas et virgo caede madentis.

150Ultima caelestum, terras Astraea reliquit.

Dopo che il mondo passò sotto il dominio di Giove, in seguito alla reclusione di Saturno nel Tartaro tenebroso, sorse la generazione d’argento, peggiore dell’oro ma migliore del biondo bronzo. Giove accorciò la durata dell’antica primavera e divise l’anno in quattro parti diverse: inverno, estate, autunno e primavera. Quindi per la prima volta l’aria si infuocò bruciata da un calore secco e il duro ghiaccio restò sospeso ai venti; per la prima volta si costruirono rifugi: le case erano grotte e fitti cespugli e verghe legate con una corteccia; per la prima volta i semi dei cereali furono seminati in lunghi solchi e i giovenchi, caricati con il giogo, cominciarono a gemere.A quella generazione succedette la terza, di bronzo, di carattere più crudele e più incline alle armi maledette, tuttavia non totalmente scellerata: apparve quindi l’ultima generazione di duro ferro. Immediatamente ogni empietà irruppe nell’età del peggior metallo e fuggirono il pudore, la verità e la fiducia; al loro posto comparvero la frode, il dolo, l’insidia, la violenza e l’amore di tipo scellerato. Il marinaio dava le vele ai venti senza ancora conoscerli bene e le chiglie delle barche che a lungo erano state in alto nei monti sfidarono i flutti ignoti e il guardingo misuratore cominciò a delimitare con un lungo confine il terreno che prima era in comune come la luce del sole o l’aria. Non si pretendeva piú dal ricco suolo solo i raccolti e gli alimenti necessari, ma procedendo fin nelle viscere della terra anche si cominciò a scavare le ricchezze, cause dei mali, che la terra aveva nascosto mettendole tra le ombre dello Stige; ormai avanzava il ferro dannoso e l’oro, ancora più dannoso del ferro: comparve la guerra, che combatte per entrambi e scuote le armi crepitanti con le mani insanguinate. Si viveva di rapine, l’ospite non era sicuro con l’oste, né il genero con il suocero, la concordia tra fratelli era una cosa rara. Il marito minacciava di morte la moglie e lei il marito; terribili matrigne preparavano orribili veleni; il figlio si chiedeva prima del tempo quanti anni sarebbe ancora vissuto suo padre. La pietà giace sconfitta e Astrea la vergine, l’ultimo essere celeste, intrisa dal sangue delle stragi, lascia la terra. (traduzione di Mario Basile)




Commenti

Post popolari in questo blog

IL SORRISO - RIASSUNTO MODELLO (CIRCA 200 PAROLE)

LA CARRIOLA DI PIRANDELLO: RIASSUNTO E COMMENTO

DOMANDE E RISPOSTE ODISSEA VOSTRE (corretto)