CORREZIONE TRADUZIONE IN TRE PASSAGGI: INTERLINEARE E LABOR LIMAE (5/06/2020)

Dum nupta Eurydices per herbas nova turba  Naiadum comitatur, dens serpentis inseruit  in eius talum et eam occidit.   Vates Orpheus satis ad superas  auras deflevit, postea adivit [verbo ADEO] ad Stygia Taenaria, et per levia simulacra venit ad Persephonem, tenentem dominum umbrarum regna. 
Orpheus ita cecinit: "O  numina mundi  positi sub terra, si licet, hunc [da HIC] locum descendi coniugis causa [causa è usata posposta, leggete bene sul dizionario], quia vipera venenum diffudit crescentesque annos detraxit. Vos oro, mihi Eurydicem reddite, pro munere, usque ad vitae eius iustos annos.Talia dicentem et nervos ad verba moventem, exangues animae flebant, nec Tantalus undam refugam captabat, orbis Ixionis stupuit inque suo saxo Sisyphus sedit. 
 Dum nupta Eurydices per herbas nova turba  Naiadum 
Mentre la sposa Euridice attraverso i prati da una straordinaria moltitudine di Naiadi
comitatur, dens serpentis inseruit  in eius talum et eam 
era accompagnata, il dente di un serpente penetrò nel suo tallone e la 
occidit.   Vates Orpheus satis ad superas  auras deflevit, 
uccise. Il poeta Orfeo abbastanza ai mondi superni pianse,
postea adiit ad Stygia Taenaria, et per levia simulacra venit ad 
in seguito andò allo Stige di Tenaro, e attraverso le ombre inconsistenti, arrivò a 
Persephonem, tenentem dominum umbrarum regna. 
Persefone, che controlla  in veste di signore i regni delle ombre.
Orpheus ita cecinit: "o  numina mundi  positi sub terra, si 
Orfeo così cantò: " o dei del mondo posto sotto terra, se
licet, hoc descendi coniugis causa, in quam vipera venenum 
è lecito, sono disceso in questo luogo per la moglie, nella quale una vipera  un veleno
diffudit crescentesque annos detraxit. Vos oro, mihi
ha infuso e gli anni a venire ha tolto. Vi prego, a me
 Eurydicem reddite, pro munere, usque ad vitae eius iustos
Euridice restituite, come dono, fino a che della vita i suoi giusti
annos.Talia dicentem et nervos ad verba moventem, 
anni. [Su]di lui che diceva tali cose e pizzicava le corde per [accompagnare] le parole
exangues animae flebant, nec Tantalus undam refugam 
le anime esangui piangevano, e Tantalo non l'onda rifuggente
captabat, orbis Ixionis stupuit inque suo saxo 
cercava di prendere, la ruota di Issione si fermò e  sul suo sasso 
Sisyphus sedit. 
Sisifo si sedette.  
LABOR LIMAE
Mentre Euridice avanzava per i prati accompagnata da un folto corteggio di Naiadi, un serpente ne morse il tallone e la uccise. Il poeta Orfeo sparse alquante lacrime al cielo e agli dei, poi raggiunse gli Inferi e, passando attraverso le ombre inconsistenti, si presentò innanzi a Persefone, signore dell'oltretomba. Orfeo intonò così il suo canto: "O dei del mondo sotterraneo, col vostro permesso sono disceso fino a qui per mia moglie, che una vipera ha avvelenata e uccisa prematuramente. Vi prego, restituitemela, in forma di dono, fino al termine che le sia stato giustamente assegnato. Le anime, mentre lui pronunciava tali versi e suonava, piangevano, Tantalo non cercava di dissetarsi, si fermava la ruota di Issione e Sisifo si sedeva sul sasso.  

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