MODELLI DI COMMENTI DELLE FAVOLE VOSTRI
In questa favola di Fedro, il primo quadro descrittivo contiene l’evocazione di un lupo e di un agnello che si ritrovano a bere al medesimo ruscello, in una posizione che impedisce assolutamente all’agnello di sporcare l’acqua del lupo. Il poeta si serve di tre aggettivi per caratterizzare l’agnello rispetto al lupo (inferior, laniger, timens). Il primo periodo della favola è formato da una principale e da una causale retta dal participio “compulsi”. Il secondo periodo è semplice, il poeta sfrutta questo verso per delineare le posizioni dei due animali utilizzando aggettivi comparativi (superior,contrapposto a longeque inferior). Il periodo del quarto verso è formato da 4 proposizioni: un’interrogativa, inserita nel discorso diretto articolato in una principale e una subordinata temporale, che è l’esplicitazione del participio bibenti, e una proposizione incidentale, inquit. Nel 6° verso, all’interno di un discorso diretto, si trova un’altra proposizione incidentale, quaeso. La presenza delle incidentali, necessarie a supportare il discorso diretto, è funzionale alla struttura dialogica del testo.
Una volta che l’agnello ha dimostrato la sua innocenza, il lupo, che non ha palesemente validi motivi per attaccarlo, cerca di accusarlo senza fondamento, inanellando accuse inventate al fine di ucciderlo accampando un motivo. Nel nono verso, nel quale il lupo accusa l’agnello di aver parlato male di lui, si trova nuovamente una proposizione incidentale, ait, all’interno di un discorso diretto; una proposizione costruita nello stesso modo si ritrova nel dodicesimo verso, ille inquit. Nel verso che precede la morale, ovvero il tredicesimo, si trova iniusta, un aggettivo composto dal prefisso -in che, unito all’aggettivo iustus, funge da negazione e dà luogo al significato non giusto. Questo aggettivo deriva inoltre dal sostantivo ius, che significa diritto, giustizia, e può essere considerato un termine in cui si condensa il senso complessivo di questa fabula, assimilata dalla memoria collettiva come quella in cui il poeta antico coglie una delle caratteristiche dell’agire dei potenti: giustificare a tutti costi le prevaricazioni che compiono a danno di deboli e sottoposti, in modo da mascherare (con più o meno destrezza, a seconda dei casi) la loro vera natura.
Andrea T.
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