COMPITO DI EPICA CON CORREZIONE (12 MAGGIO)

Questionario
1)      Fornisci una definizione di forma mentis, che non si limiti ai singoli termini, ma ne espliciti il significato in maniera eloquente.
2)      Poni a confronto Zeus e Apollo, indicando le prerogative ovvero le caratteristiche che i greci attribuiscono all’uno e all’altro, e dimostra che, a parte la gerarchia, è Apollo a riassumere in sé peculiarità della cultura greca, soprattutto in campo artistico.
3)      In che modo, ovvero con quali espressioni specifiche, vita e morte si riassumono nella figura di Apollo?
4)      Confini e arroganza: definisci e poi metti in relazione i due termini, studiandone l’espressione nel contesto della mitologia  greca.

1)      Forma mentis, forma mentale, indica, se utilizzato in relazione a una cultura ovvero a una collettività, un modo di accostarsi al mondo e di comprenderlo. 
2)      A Zeus i greci attribuiscono la funzione di custode e garante del destino. Egli è la divinità principale dell’Olimpo in quanto padre degli dei: tale disposizione gerarchica riproduce uno schema di tipo patriarcale vigente anche a livello sociale. L’antropomorfizzazione propria dei miti che lo riguardano, lo rende spesso protagonista di vicende erotiche a danno (o vantaggio), a seconda dei punti di vista, di creature umane e semidivine, dall’unione con le quali vengono generati molti eroi ed eroine a loro volta protagonisti di vicende mitiche. Apollo, per quanto antropomorfizzato in maniera analoga, incarna però anche principi astratti che si manifestano nell'ambito artistico e lo condizionano. In lui, in quello che verrà definito l’apollineo, si riassumono gli inviti all’armonia e all’equilibrio che rappresentano altrettante norme della composizione artistica. 
3)      In Apollo il richiamo alla vita si manifesta per via della sua associazione alla luce, al sole (il suo secondo nome è Febo), nonché alla funzione guaritrice delle sue frecce; egli è anche il padre del dio della medicina, Asclepio. Il richiamo alla morte,  oltre a essere connesso con la possibile funzione mortifera e pestilenziale delle sue frecce (che si esplica all’inizio dell’Iliade), è necessitato dalla stessa funzione equilibratrice e riordinatrice precedentemente attribuitagli: dato che gli esseri umani producono turbamenti nell’ordine divino, dopo essere intervenuto per castigarli a causa di tale loro arroganza, è pur sempre Apollo a ricondurre tutto in armonico equilibrio. 
I confini, i limiti, esistono come espressione della volontà di chi detiene il potere (a livello umano o divino, dunque in ambito politico, ma anche religioso) di mantenere il controllo sulle collettività. Il primo limes di tipo fisico, ma al contempo provvisto di una valenza culturale, è quello che segna il perimetro delle città, il romano pomerium per esempio. La loro esistenza sembra essere in relazione  di tipo oppositivo  con la manifestazione dell’hybris, termine che si fa genericamente coincidere con arroganza, attribuendola a quegli esseri umani che osano sfidare l’autorità per ottenere qualcosa di diverso da quello che essa è disposta a garantire. Di vicende di contrapposizione feroce, che portano alla scomparsa di qualcuno e alla vittoria di qualcun altro è intessuto il mito classico dall’Iliade, all’Odissea, all’Eneide.  Non senza ambiguità, che si palesano, ad esempio, in vicende come quella della guerra di Troia, in cui sembra che persino ai giustamente sconfitti troiani (colpevoli per via di Paride di un divino affronto) sia data una possibilità di rendenzione, nel momento in cui viene assegnata proprio a loro la funzione di dar vita a una nuova civiltà, quella romana, destinata a durare a lungo nel tempo. 

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