MATERIALI INTERROGAZIONI DI LATINO 30 MAGGIO

Lorenzo RUTILIO PETRONIO

Nulla placa la nostalgia dell'anima. Né il dolore, né la gioia più profonda. Perché essere uomo è avere fame, di qualcosa che non si può raggiungere. Di qualcosa che non esiste. Pär Lagerkvist, La mia parola è no, 1927

Tommaso PETRONIO TERTULLIANO

Fra i molti modi di combattere il nulla, uno dei migliori è quello di scattare fotografie, attività che dovrebbe essere insegnata precocemente ai fanciulli, perché richiede disciplina, educazione estetica, buon occhio e dita sicure. Non si tratta di mettersi in agguato della menzogna, come qualsiasi reporter, e captare la stupida silhouette del personaggio che esce dal numero 10 di Downing Street, ma in ogni modo quando si va in giro con la macchina fotografica c'è come un dovere di stare attenti, di non perdere quel brusco e delizioso riflesso di un raggio di sole su una vecchia pietra, o la corsa trecce al vento di una bambina che torna con una pagnotta o una bottiglia di latte. Julio Cortazar, Le bave del diavolo, 1959

Virginia PETRONIO APULEIO

Sì, che cos’è in sé l’uomo se non un insetto inane e cieco che ronza contro una finestra chiusa? Istintivamente avverte al di là del vetro una grande luce e un calore. Ma è cieco e non la vede; non vede nemmeno che qualcosa si interpone tra lui e la luce. Così, si sforza pigramente di avvicinarsi ad essa. Può allontanarsi dalla luce, ma non riesce ad avvicinarvisi più di quanto il vetro gli consenta di fare. Come lo aiuterà la scienza? Può darsi che scopra la particolare asprezza e nodosità del vetro, può darsi che verifichi che qui è più spesso, lì più sottile, qui più grezzo e lì più fine: con tutto ciò, caro filosofo, quanto si è avvicinato alla luce? Quanto è più prossimo a vederla? E tuttavia io sono convinto che l’uomo di genio, il poeta, riesce in qualche modo, con i suoi sforzi, ad attraversare il vetro e ad immergersi in quella luce esterna; sente calore e gioia a trovarsi tanto al di là di tutti gli altri uomini, ma non è, persino lui, ancora cieco? Sarà vicino a conoscere la Verità eterna? Fernando Pessoa, Pagine di estetica, anni '30

Flippo M. SENECA PETRONIO

Che non sia raro imbattersi in cacciatori di novità logorati da una perpetua eccitazione, smaniosi di sensazioni, pronti a sentirsi infelici se non assaporano quasi ad ogni minuto voluttà mai provate, è un fatto che mi è ben noto. L’incessante esigenza di godere e gustare sempre qualcosa di affatto nuovo mi sembra, tutto sommato, denotare meschinità, carenza di vita interiore, alienazione dalla natura e mediocre o scarsa capacità d’intelligenza. E’ ai bambini che bisogna mostrare di continuo qualcosa di nuovo e di diverso, se si vuol farli contenti. Robert Walser, La passeggiata. 1917

Eleonora TERTULLIANO AGOSTINO

Il genere umano, che ha creduto e crederà tante scempiataggini, non crederà mai né di non saper nulla, né di non essere nulla, né di non aver nulla a sperare. Nessun filosofo che insegnasse l’una di queste tre cose, avrebbe fortuna né farebbe setta, specialmente nel popolo: perché, oltre che tutte tre sono poco a proposito di chi vuol vivere, le due prime offendono la superbia degli uomini, la terza, anzi ancora le altre due, vogliono coraggio e fortezza d’animo a essere credute. E gli uomini sono codardi, deboli, d’animo ignobile e angusto; docili sempre a sperar bene, perché sempre dediti a variare le opinioni del bene secondo che la necessità governa la loro vita; prontissimi a render l’arme, come dice il Petrarca, alla loro fortuna, prontissimi e risolutissimi a consolarsi di qualunque sventura, ad accettare qualunque compenso in cambio di ciò che loro è negato o di ciò che hanno perduto, ad accomodarsi con qualunque condizione a qualunque sorte più iniqua e più barbara, e quando sieno privati d’ogni cosa desiderabile, vivere di credenze false, così gagliarde e ferme, come se fossero le più vere o le più fondate del mondo.... G. Leopardi, Operette morali, Dialogo di Tristano e di un amico.



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